Proprio non ce la fanno dall’Europa a stare un giorno senza lanciare attacchi e provocazioni all’Italia. L’ultima in ordine di tempo è arrivata dal commissario agli Affari europei, Pierre Moscovici, che ha definito l’Italia “un problema per l’eurozona”. Alla faccia delle tregua tra Roma e Bruxelles. Non sono bastate nemmeno le varie rassicurazioni di tanti esponenti di prim’ordine del Governo italiano. In primis il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che da Cernobbio aveva provato a rassicurare l’Europa dei falchi.
“L’Italia deve presentare un bilancio credibile, in termini di numeri ma anche di sforzi strutturali – ha voluto sottolineare Moscovici nel corso di una conferenza stampa a Parigi – “è nel suo interesse ridurre l’indebitamento perché non si può vivere con un debito pubblico sopra il 130 per cento”. Un intervento a gamba tesa per avvertire il nostro esecutivo che non sarà possibile andare oltre la soglia del 3% di deficit. “Sarebbe una bugia pensare che si possa investire di più con un deficit più elevato – c’ha tenuto a precisare Moscovici – Al contrario, se ciò accade, si finisce con più debito e meno capacità di investire. La produzione industriale in crisi rappresenta un enorme problema”.
Come se non bastasse Moscovici, per complementare l’intromissione negli affari italiani, ha pensato bene di lanciare un altro avvertimento al vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “L’Europa non ha mai impedito di realizzare infrastrutture e investimenti, anzi, ha già concesso ampio aiuto in termini di flessibilità. Infine l’affondo più duro: in Italia non c’è un Hitler, ma tanti piccoli Mussolini”.
Ovviamente sono arrivate durissimi le repliche al Commissario. “Moscovici, anziché censurare la sua Francia che respinge gli immigrati a Ventimiglia, ha bombardato la Libia e ha sforato i parametri europei, attacca l’Italia e parla a vanvera di tanti piccoli Mussolini in giro per l’Europa – ha affermato Salvini – Si sciacqui la bocca prima di insultare l’Italia, gli Italiani e il loro legittimo governo”. Prim’ancora era intervenuto sulla questione anche l’altro vicepremier Luigi Di Maio: “Nel momento in cui stavamo avendo un rapporto decente con la Commissione Ue, c’è un atteggiamento di alcuni commissari europei che è veramente inaccettabile. Dire che in Italia ci sono tanti piccoli Mussolini – ha continuato Di Maio – dimostra come queste siano persone totalmente scollegate dalla realtà: questo è il governo che ha il più alto consenso in Europa, e veniamo trattati così da una Commissione che probabilmente tra 6-8 mesi non ci sarà più. I giudizi ignobili contro l’Italia si scontreranno contro le prossime elezioni europee”.
Ad alimentare il dibattito e la tensione hanno contribuito anche le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che ha accusato gli esponenti del governo italiano: “Le dichiarazioni di esponenti della maggioranza hanno fatto alcuni danni – ha affermato il numero uno dell’Eurotower – Negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti, principalmente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare”. Draghi ha provato, poi, a salvarsi in calcio d’angolo sostenendo comunque che l’Europa si fida delle promesse sulla tenuta dei conti fatte dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’Economia Tria.