Export, Meloni smentita dai numeri: nel 2024 in calo le esportazioni italiane

Meloni e la maggioranza parlano di export da record, ma nel 2024 le esportazioni italiane sono state in calo rispetto al 2023.

Export, Meloni smentita dai numeri: nel 2024 in calo le esportazioni italiane

Non è un crollo, ma l’export in Italia nel 2024 è sceso. Contrariamente a quanto affermato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dalla maggioranza di governo, sempre pronti a rivendicare un record delle esportazioni. Record che viene smentito dai dati, quelli Istat, che si contrappongono a quanto Meloni ha scritto solo pochi giorni fa, a fine gennaio, sostenendo che nel 2024 è stato raggiunto “un altro importante traguardo per l’Italia: con oltre 305 miliardi di export, raggiungiamo il valore più alto degli ultimi dieci anni”. Per “un’Italia sempre più forte e protagonista nel mondo”, sosteneva Meloni. E invece i dati la smentiscono. Il calo dell’export nel 2024 è stato dello 0,4% per valore e del 2,4% in volume. Sostanzialmente parliamo di una tenuta, di un calo non troppo marcato. Ma ben diverso dal record di cui parla Meloni.

I dati sull’export 2024 smentiscono Meloni

L’export è aumentato del 2,9% a dicembre, contenendo così la perdita finale dello 0,4% dello scorso anno. Il totale si è attestato a 623 miliardi, tre in meno rispetto ai 626 dell’anno precedente. Meloni, va detto, nel suo post parlava di 305 miliardi perché, come spiega Pagella Politica, faceva riferimento ai dati dell’export extra-Ue, questo sì in lievissima crescita. Ma la presidente del Consiglio parlava invece, non correttamente, di export complessivo. Che invece, come visto, è in calo.

Con flessioni più ampie per il settore auto (-16,7%) e per coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,4%). Le due più grandi crisi industriali in corso in Italia, non a caso. Nonostante questo un dato positivo c’è stato ed è quello del saldo commerciale. A farlo salire – da 34 a 55 miliardi – è la discesa delle importazioni. Soprattutto per la discesa dei prezzi di gas e petrolio, con una spesa passata da 87 a 67 miliardi in un anno, anche se ancora al di sopra dei 52 miliardi pre-crisi, nel 2019. Il massimo storico del saldo commerciale restano comunque i 63 miliardi del 2020. L’avanzo commerciale italiano dipende soprattutto dai paesi extra-Ue, a quota 65 miliardi e in aumento di 20. Importante l’apporto degli Usa, il nostro maggior avanzo a 39 miliardi ma da tutelare con il rischio dazi degli Usa.

L’Italia registra invece un passivo da 10 miliardi con l’Europa, anche come riflesso della crisi tedesca (export ridotto del 5%, per un calo di 3,7 miliardi). Al contrario va benissimo l’export verso la Turchia, con una crescita del 24% legata quasi esclusivamente al settore oro e al solo distretto produttivo di Arezzo. In generale bene sono andati, in questi casi con record storico per entrambi, due settori: alimentari e farmaceutica.