di Oscar Valori
Prima 29 milioni, poi 21, infine 20. Quanti saranno realmente i visitatori che dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 affolleranno i padiglioni dell’Esposizione Universale di Milano? Sembrava essere la “domanda delle 100 pistole”, almeno stando ai continui rimbalzi di cifre nella stima ufficiale degli arrivi. Il masterplan iniziale, in cui rientravano tra l’altro alcuni dei progetti poi abbandonati, era in linea con le primissime e ottimistiche valutazioni: 29-30 milioni di visitatori, il 30% dei quali provenienti dall’estero. Una cifra questa che è rimasta valida sino ai primi mesi del 2011, quando l’ex A.D di Expo Lucio Stanca vira verso un più rassicurante 20 milioni. Ancora oggi però Assolombarda, partner dell’evento, parla di una stima di circa 21 milioni di persone. La società organizzatrice resta ferma sul dato definitivo dei 20, ritenuto dato vincolante per sostenere l’investimento richiesto. E se il dato pare ormai da tempo confermato sembra stonare la notizia della gara d’appalto bandita dalla Società “per l’affidamento del servizio di ricerca e indagine sui potenziali visitatori di Expo Milano 2015” .
Una domanda costosa
La gara, chiusa a fine 2012, è stata vinta da GFK Eurisko s.r.l., filiale milanese di un gruppo internazionale specializzato nelle ricerche di mercato. Ma quali erano i passaggi obbligatori da rispettare per contratto, appalto di 197mila euro più iva vinto grazie al ribasso sulla base d’asta del 9,14%? Leggiamoli dallo stesso capitolato del progetto.
Innanzitutto “l’analisi dell’awareness e dell’immagine di Expo Milano 2015, volta a capire, nella maniera più articolata possibile, la percezione di Expo Milano 2015” . In secondo luogo occorreva fare un focus su “propensioni, aspettative e intention dell’Expo” e puntare dritti come un fuso al vero cuore dell’appalto: “una stima dei visitatori potenziali italiani e stranieri con indicazione di provenienza geografica e profilo socio-demografico”. Non un qualunque numero però, uno di quelli più volte rimbalzati tra l’ottimismo e il ridimensionamento, ma analisi accurate. “La stima dei visitatori internazionali dovrà contenere dati di dettaglio sul bacino internazionale “Main Europe” (Francia, UK, Germania, Spagna,Svizzera), con dettaglio paese per base e sul bacino “Main non European” (USA, Canada, Russia, Cina, Giappone)”, spiegava il capitolato d’appalto. Ad Eurisko si chiedeva inoltre di individuare il numero dei visitatori del bacino internazionale “Other Europe” (altri paesi Europei) e del resto del Mondo. A fornire una previsione più possibile definitiva, compito delicato e non privo di sfumature “diplomatiche” e “politiche”, un gruppo che ha casa madre dalle parti di Berlino e che nel 2008 aveva criticato la carenza di comunicazione sull’evento. Ai cugini tedeschi dunque, tradizionalmente poco indulgenti verso il Belpaese, il compito di decretare (sino ai dati reali) il barometro di percezione dell’evento milanese e italiano. La ricerca, passata obbligatoriamente attraverso una gran mole di interviste e “focus group” mirati a potenziali intervistatori, ha previsto colloqui con esponenti rilevanti nel mondo scientifico, culturale e accademico, in qualche modo collegati al tema di Expo 2015: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Numeri totali dei visitatori ma non solo. La gara prevedeva infatti l’obbligo di fornire una stima che distinguesse chiaramente tra visitatori reali, quelli dell’evento LIVE, visitatori solo virtuali (della cosiddetta “cyber Expo”) e “misti” che cioè utilizzeranno entrambe le modalità di visita.
Da tratteggiare con precisione, infine, le loro caratteristiche socio-demografiche e i media utilizzati per reperire le informazioni sull’evento. Il risultato della ricerca? “A Milano arriveranno 20 milioni di visitatori, almeno 6 dei quali dall’Estero” (un milione forse dalla sola Cina). E servivano davvero questi tedeschi e 200mila euro per ribadire il solito dato conosciuto da almeno 2 anni?