Quello che parla, dopo i primi dati e i primi exit poll Milano, è uno Stefano Parisi decisamente soddisfatto. “Quando ho iniziato questa avventura – dice il candidato del centrodestra in diretta a La 7 – sembrava impossibile che il candidato del centrosinistra non vincesse al primo turno. Ora la sfida è aperta. Abbiamo fatto un grande lavoro. È un risultato straordinario”.+
Ma Parisi è andato anche oltre. E alla domanda a chi si rivolgerà per raccogliere voti, la risposta di Parisi è parsa molto interessante: “Gli elettori del Movimento 5 Stelle sono attenti al cambiamento e alla trasparenza, io faccio politica da pochi mesi e anche io non ho votato in passato. Ora bisogna smettere di lamentarsi e giocare in primo persona. Ho ambizione di cambiare anche la qualità della politica e mi piacerebbe avere l’attenzione di tutti quelli che vogliono una politica nuova”.
A commentare i risultati in casa dem, ci ha pensato la parlamentare Pd Lia Quartapelle, cauta ma decisamente ottimista: “Sono ancora exit poll, la notte è ancora lunga ma ci aspettavamo a Milano una risposta positiva a cinque anni di ottima amministrazione e alla proposta di Beppe Sala”. E poi ha continuato: “Siamo contenti del lavoro fatto in campagna elettorale perché abbiamo girato i quartieri della città e siamo contenti delle risposte avuto dai cittadini – ha aggiunto -. per l’eventuale ballottaggio saranno importanti i voti dei milanesi. Noi vogliamo continuare il nostro progetto per il futuro della città a differenza del centrodestra che ha un progetto di carattere nazionale”.
Per il senatore del Pd Franco Mirabelli quello dei primi exit poll sulle elezioni comunali di Milano “è un dato che conferma le sensazioni di queste settimane, ci conferma che abbiamo fatto una buona campagna elettorale e che conferma il nostro ottimismo”.
Deluso, invece, il candidato M5S Gianluca Corrado:”Il dato che sicuramente preoccupa è quello relativo all’affluenza. Il 55% circa a Milano per delle amministrative è il dato più basso nella storia. È preoccupante perché è segnale che la democrazia è debole”.