Sulla notizia pubblicata mercoledì dal nostro giornale circa la candidatura nelle liste di Civica Popolare, il partito di Beatrice Lorenzin, di Rodolfo Carlos Barra, ex ministro della Giustizia argentino costretto a dimettersi nel 1996 a causa dei suoi trascorsi in un gruppo fascista, la Unión nacionalista de estudiantes secundarios (Unes), è sceso un silenzio di tomba. Nessuna presa di distanze neanche dal partito della ministra della Salute, un partito moderato e che corre in coalizione col Pd, che si definisce antifascista. Niente di niente. Ma la vicenda, com’è ovvio, non è passata inosservata in ambienti politico-parlamentari. Soprattutto dalle parti del Movimento 5 Stelle (M5s), finito nell’occhio del ciclone a causa della presenza nelle liste di tre candidati – poi espulsi – iscritti alla massoneria. In particolare, la notizia ha solleticato il deputato Manlio Di Stefano, capogruppo in commissione Esteri di Montecitorio e ricandidato. “Per me Barra non è uno sconosciuto”, rivela Di Stefano raggiunto al telefono da La Notizia. “Due anni fa – ricorda il parlamentare Cinque Stelle – ne parlai pubblicamente. Colpisce il fatto che nessuno, dentro al partito della Lorenzin, si sia accorto di quale fosse il suo trascorso…”.
Di Stefano, qual è l’aspetto che la colpisce di più della vicenda?
“La cosa davvero singolare è che uno col passato di Barra sia finito nelle liste di un partito che corre in coalizione col Centrosinistra. Si sta facendo un gran parlare di una campagna d’odio portata avanti dalle destre, che è sotto gli occhi di tutti, e nel frattempo si decida di mettere in lista uno col suo curriculum”.
Possibile, secondo lei, che nessuno se ne sia accorto?
“No, non è possibile. Non è una semplice dimenticanza, qui c’è il dolo. Per me, tra l’altro, Barra non è uno sconosciuto”.
In che senso? Si spieghi.
“Due anni fa ne parlai pubblicamente. Me ne sono ricordato quando ho letto il vostro giornale. Banalmente, comunque, basta andare su Google e fare una ricerca per rendersi conto di chi stiamo parlando”.
E allora com’è stato possibile?
“In Argentina vivono 4 milioni di italiani. È chiaro che, Barra o non Barra, la presenza in lista di alcune figure faccia comodo per drenare voti. Noi abbiamo fatto le parlamentarie chiedendo agli aspiranti onorevoli gli ‘esami del sangue’, proprio per garantire massima trasparenza. In un partito fuori dai giochi come quello della Lorenzin invece tutto fa gioco. La cosa che davvero mi stupisce è il silenzio di Matteo Renzi, che sulla vicenda non ha proferito mezza parola”.
Voi invece nell’occhio del ciclone ci siete finiti eccome, complice la presenza in lista di alcuni candidati iscritti alla massoneria…
“L’importante è sparare addosso al M5s, poi di quello che c’è nelle liste degli altri partiti chi se ne importa. Faccio notare che noi i tre candidati iscritti alla massoneria, dei quali non potevamo sapere visto che, come noto, gli elenchi non posso pubblici, li abbiamo immediatamente espulsi nonostante le loro rimostranze. Loro no”.
Prima della fine della campagna elettorale vi aspettate che esca fuori qualche altro ‘caso’ che vi riguardi?
“I nostri oppositori non aspettano altro. Francamente non so a cos’altro possano appigliarsi, ma quando hai la stampa dalla tua è tutto più semplice…”.
Twitter: @GiorgioVelardi