La svolta liberale che Beppe Grillo ha provato a dare al Movimento Cinque Stelle non è durata nemmeno 24 ore. Alle 12 si è chiusa la consultazione indetta ieri a sorpresa da Beppe Grillo per decidere se accettare di cambiare schieramento dentro il Parlamento europeo, passando dagli euroscettici di Efdd, gruppo del grande protagonista della Brexit Nigel Farage, all’Alde, gruppo a vocazione fortemente europeista, di centro, sostenuto in questi anni da figure come Romano Prodi e Mario Monti. Ma in serata Guy Verhofstadt ha detto no al Movimento Cinque Stelle. Secondo quanto riferiscono fonti dell’Alde, Verhofstadt ha motivato la decisione con l’insufficienza di garanzie da parte del movimento di Beppe Grillo.
L’accordo sembrava certo, anzi, forse addirittura sottoscritto già il 4 gennaio, come rivelato da L’Unità. Tra i temi principali, sottolineati ieri nel post di Beppe Grillo, c’erano la “riforma dell’eurozona” oltre che “i diritti e libertà”. Anche i liberali francesi stavano remando contro. L’obiettivo, aveva spiegato la capo delegazione Marielle de Sarnez, era arrivare al voto di domani sera con almeno un terzo del gruppo contro l’intesa: 23 voti su 68 (per approvare la modifica del gruppo serve la maggioranza di due terzi). A essere contrari erano anche i tedeschi. “Molti di noi – ha spiegato de Sarnez – non possono concepire che un gruppo che ha sempre fatto della coerenza europeista la sua bandiera possa fare una scelta come quella di accogliere il movimento politico di Beppe Grillo”.
Secondo la leader della delegazione francese alla Alde, “con questa mossa Guy Verhofstadt ha perso quella piccola possibilità che aveva di fare un accordo con i socialisti e diventare presidente del Parlamento europeo. Inoltre, da domani sera, comunque andranno le cose, il gruppo Alde è come se non esistesse più. Se, infatti, ci sarà l’ingresso del Movimento 5 Stelle, molti di noi ne trarranno le conseguenze”, lasciando intendere che sarebbero in tanti ad abbandonare il gruppo.
Ci sono “troppe divergenze su temi europei essenziali” per poter procedere all’accordo fra il Movimento 5 Stelle e il gruppo Alde al Parlamento europeo. Questa la ragione per cui il leader liberale, Guy Verhofstadt, ha ritirato la proposta. “Sono arrivato alla conclusione che non esistono garanzie sufficienti per concludere un programma comune in vista di riformare l’Europa – si legge nella dichiarazione di Verhofstadt resa pubblica dopo la riunione con i capi delegazione – non esistono abbastanza punti di accordo per dare seguito alla domanda del Movimento 5 Stelle di raggiungere l’Alde”. Nonostante ciò, conclude l’ex premier belga, “su questioni di interesse comune come l’ambiente, la trasparenza e la democrazia diretta, Alde e Movimento 5 Stelle continueranno a collaborare strettamente”.
Ma immediata è arrivata la replica di Grillo: “L’establishment – si legge sul suo blog – ha deciso di fermare l’ingresso del MoVimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo. Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma. Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima”.