L’input è partito da Verdi e Sinistra Italiana. Che hanno chiesto una valutazione sull’uniformità degli sbarramenti visto che alle Politiche la soglia è al 3% mentre alle Europee è al 4%. Ma l’idea, che ha conquistato immediatamente Fratelli d’Italia, ha urtato e non poco i suoi alleati di Forza Italia e Lega. L’ipotesi di abbassare la soglia di sbarramento dal 4 al 3% per la corsa a Strasburgo avrebbe per la premier Giorgia Meloni un duplice vantaggio. Ovvero favorire le piccole forze politiche, tra cui quella capitanata da Matteo Renzi, per poter garantirsi, come merce di scambio, il sostegno di Italia viva ad alcuni dossier a lei cari, a partire dal premierato. Il senatore di Rignano ha fatto sapere che sarà candidato alle Europee.
Abbassare alle europee la soglia di sbarramento dal 4 al 3% avrebbe per Meloni un duplice vantaggio: favorire Renzi e danneggiare Pd e M5S
Una soglia più bassa avrebbe, poi, anche l’effetto di scompaginare il fronte delle opposizioni, ai danni del Pd e del M5S. Rafforzare Verdi e Sinistra Italiana e quel che rimane del Terzo Polo potrebbe rosicchiare eurodeputati alle formazioni guidate da Elly Schlein e Giuseppe Conte. Una suggestione affascinante per FdI – il dossier sarebbe stato affidato a Lucio Malan e al ministro Francesco Lollobrigida – meno per gli azzurri e per i leghisti.
Il partito di via Bellerio, ieri, ha preso carta e penna e ha diramato una nota in cui ha spiegato che “la Lega è contraria ad abbassare la soglia di sbarramento in vista delle elezioni Europee: la modifica della legge elettorale non è una priorità, ma soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini. Chi ha i voti, ottiene il seggio. Peraltro, in teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia: consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole”.
Ancora più velenosi gli azzurri che dall’abbassamento della soglia temono una concorrenza al centro tra le formazioni moderate e centriste. “Per noi la soglia al 4% non si deve toccare, siamo totalmente contrari, soprattutto in diminuzione”, dichiara Raffaele Nevi, portavoce nazionale di FI. “A Renzi i voti li hanno presi tutti gli altri. Voglio ricordare che Renzi aveva il 40%, Palazzo Chigi, ora arranca, pietisce la riduzione del quorum per entrare al parlamento Europeo dal 4 al 3% che non otterrà. Non sarà rivista la soglia di accesso, semmai bisognerebbe portarla al 5”, afferma l’azzurro Maurizio Gasparri. Tanto che di fronte a tale fuoco di sbarramento Malan frena: “Nel momento in cui fosse formulata una proposta in Parlamento formuleremo la nostra posizione, naturalmente confrontandoci con gli alleati”.
Modificare la legge elettorale per le Europee a beneficio dei piccoli potrebbe sottrarre seggi ai 5 Stelle
Iv nega di tifare per una soglia più bassa: “Deve restare al 4%”, replica a Gasparri la senatrice Raffaella Paita. Ma nei fatti Renzi la riduzione la vorrebbe, eccome se la vorrebbe. Carlo Calenda sostiene di non essere invece interessato a una soglia al 3%. I calendiani smascherano i doppi fini dei meloniani. “Con la soglia al 3% si può esasperare la competizione fra le opposizioni, tanto nella sinistra quanto al centro dello schieramento”, dichiara Osvaldo Napoli di Azione.
Per il Pd parla il segretario regionale dei dem Sicilia, Anthony Barbagallo. L’altra ipotesi con l’abbassamento della soglia è dividere in due la circoscrizione Sardegna-Sicilia. “Sono fortemente contrario all’abbassamento della soglia di sbarramento attualmente previsto per le elezioni europee. Così come – spiega Barbagallo – vigileremo e ci opporremo in ogni sede alla divisione delle circoscrizioni Sicilia e Sardegna”. Per il M5S dice no la deputata Vittoria Baldino. “Vogliamo fare un regalo a Renzi, a tutti i partiti piccoli che vogliono dettare l’agenda politica con più persone dentro di quelle che li votano? La frammentazione politica non è un grande valore”, sono state le sue parole.