Numeri alla mano, sulla corsa alle vaccinazioni, siamo ancora lontani dagli obiettivi prefissati (qui il report). Colpa, in Europa, delle case farmaceutiche che hanno tardato e ridotto i rifornimenti, in Italia anche di una campagna vaccinale che ancora non riesce a marciare speditamente. Arriva così in soccorso dei Paesi dell’Ue Pfizer-BioNTech. L’azienda ha annunciato che fornirà altre 100 milioni di dosi del vaccino anti-Covid all’Unione europea nel 2021.
L’INTESA. L’annuncio, si legge nella nota diramata dalla casa farmaceutica, è il risultato della decisione della Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen (nella foto), di esercitare l’opzione di acquisto di ulteriori 100 milioni di dosi nell’ambito dell’Advanced Purchase Agreement ampliato, firmato il 17 febbraio 2021. Questa ulteriore fornitura porta il totale delle dosi del vaccino all’Ue a 600 milioni. Saranno sufficienti? Lo vedremo nelle prossime settimane.
Intanto c’è chi si porta avanti con il lavoro e acquista il tanto desiderato, ma ancora non autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), Sputnink V. è il caso dell’Austria, il cui governo ha deciso di acquistare il vaccino russo contro il coronavirus ma lo userà solo dopo la registrazione da parte dell’Ema. Lo ha detto il cancelliere Sebastian Kurz in una dichiarazione citata da Ria Novosti.
“Abbiamo accettato di acquistare un milione di dosi di vaccino Sputnik, che è già utilizzato in più di 50 Paesi. Non vediamo l’ora di una rapida registrazione da parte del regolatore europeo Ema, perché ogni vaccino aggiuntivo ci aiuterà a salvare vite, salvare posti di lavoro e tornare alla normalità più velocemente”, ha detto Kurz. Ma non bisogna dimenticare che, in questi giorni, c’è anche un’altra, l’ennesima, vicenda che tiene banco in Europa: Astrazeneca e le possibili correlazioni tra il siero anglo-svedese e i fenomeni di trombosi. L’Ema, infatti, questa settimana dovrebbe esprimere raccomandazioni sulla somministrazione della seconda dose del vaccino AstraZeneca e un aggiornamento sull’efficacia del Remdesivir per il trattamento del Coronavirus.
TRAGUARDO MANCATO. È inoltre previsto che oggi Ema esprima il suo parere sulla sicurezza del siero Johnson & Johnson. In Italia, nonostante i numeri record di vaccinazioni, oltre 350 mila in 24 ore, raggiunti proprio in questi giorni non si può far altro che constatare come l’obiettivo delle 500 mila somministrazioni al giorno continui a slittare. Sarà per questo che il generalissimo commissario all’emergenza covid, Francesco Paolo Figliolo, ha pensato di abbandonare le dichiarazioni sui numeri – con obiettivi continuamente disattesi – e focalizzarsi sulle categorie. Così ha annunciato che riprendono le vaccinazioni nelle carceri “per mettere in sicurezza il comparto”.
Lo ha deciso, d’intesa con il ministero della Salute, sottolineando che le somministrazioni procederanno “parallelamente” a quelle delle categorie prioritarie, vale a dire over 80, fragili, fasce d’età 70-79 e 60-69 Le vaccinazioni interesseranno “il personale della Polizia Penitenziaria e i detenuti negli istituti penitenziari non ancora sottoposti alla prima somministrazione tenendo in considerazione anche il personale amministrativo che opera in presenza”. E così il tema della campagna vaccinale lascia spazio al tema delle imminenti misure del governo per la ripresa del Paese.
CABINA DI REGIA. Proprio oggi pomeriggio è prevista una riunione del Comitato tecnico scientifico (Cts) per calibrare le nuove misure di contrasto alla pandemia. Nel corso della riunione gli esperti dovrebbero esprimere un parere sulle misure che potrebbero confluire nel nuovo decreto legge, a partite da un pass per gli spostamenti nelle zone arancioni e rosse. Sul tavolo anche i protocolli per le riaperture predisposti dalle Regioni sui quali i tecnici hanno già espresso alcune perplessità, in particolare sulla volontà dei presidenti di aprire i locali anche in zona rossa e sull’utilizzo degli spogliatoi per palestre e piscine.
“Ora la priorità assoluta è lavorare per chiudere la fase dell’emergenza, – afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza – quindi accelerare con vaccinazioni e cure, provare ad avere ancora una fase di prudente e graduale ripartenza che non ci faccia tornare indietro. Abbiamo bisogno ancora di settimane che saranno di battaglia vera contro il virus”.