L’ultima in ordine di tempo, dopo l’addio pesante del collega Vicenzo Sofo, è l’europarlamentare eletta con la Lega Luisa Regimenti che mentre sabato in piazza Salvini radunava i suoi – pochi in verità, la manifestazione “Prima l’Italia! Bella, libera, giusta” è stata un flop – meditava il suo passaggio, formalizzato ieri, dal Gruppo Identità e Democrazia – di cui fanno parte i leghisti – al gruppo misto al Parlamento europeo.
Questa la motivazione: “Sono perfettamente d’accordo con il progetto di un partito unico di centrodestra in Italia, non una federazione ma un soggetto autonomo e forte di valori come l’atlantismo e l’europeismo: auspico che ciò possa avvenire prima possibile. La posizione del gruppo parlamentare Identità e Democrazia, però, rispetto a questa iniziativa non concorda con la visione della Lega presente nel governo e ci lascia continuamente in difficoltà rispetto al progetto europeo e italiano e agli elettori”.
Insomma la Regimenti si porta avanti – la vera destinazione è il Ppe – ma, mentre Salvini e Berlusconi ad Arcore domenica sera hanno concordato di “Arrivare con un centrodestra unito alle prossime elezioni nazionali del 2023”, in Europa le posizioni sono divergenti: Silvio vorrebbe che l’avvicinamento della Lega al Ppe si concretizzasse con velocità, mentre il leader del Carroccio vorrebbe formare un polo tutto sovranista, inglobando il Conservatori e riformisti, guarda caso, guidati da Meloni. E la strada sembra tutta in salita.