Quella che fino a ieri era ritenuta da molti tifosi e commentatori la Nazionale più scarsa degli ultimi 40 anni, oggi è già diventata una delle squadre da battere di Euro2016. Che strano il calcio. Ma l’Italia che ha battuto il Belgio all’esordio dei campionati europei per 2-0 è la sintesi perfetta della squadra che voleva il commissario tecnico Antonio Conte: umiltà, carattere e determinazione. Perché quando tecnicamente hai qualcosa in meno dell’avversario è solo così che puoi batterlo. E la squadra belga era e resta una delle favorite di questo Europeo francese. Ma che ha dovuto soccombere di fronte alla maggior voglia degli azzurri.
Il simbolo della vittoria è forse l’espressione massima dell’umiltà: Emanuele Giaccherini. Uno degli uomini a cui Conte non rinuncerebbe mai. Uno che sa interpretare a perfezione i compiti assegnati dal mister. È proprio lui a sbloccare la gara al 31′ del primo tempo: il calciatore del Bologna aggancia un lancio a dir poco perfetto di Leonardo Bonucci e solo davanti al portiere belga lo fredda. Gli azzurri fanno festa e Conte nel tripudio si ferisce al naso. Ma va bene così. Passano pochi minuti e l’Italia potrebbe chiudere la partita con Graziano Pellè che di testa sciupa sfiorando il palo. A fare la partita è il Belgio, l’Italia si chiude e prova a ripartire. Ma al 40′ De Bruyne trova lo spiraglio giusto per entrare nell’area azzurra: a salvare manco a dirlo è proprio l’instancabile Giaccherini. L’Italia soffre e al 53′ rischia grosso regalando una ripartenza a campo aperto al Belgio che si divora un gol con Lukaku che solo contro Gigi Buffon la butta fuori. Passa un minuto ed è l’Italia a sfiorare il raddoppio con Pellè: questa volta è Courtois a metterci la manona e a salvare. Partita vibrante con gli azzurri che concedono troppe ripartenze regalando la palla agli avversari e per recuperare sono costretti a falli che costano anche cartellini gialli. Le occasioni migliori sono, però, sempre per l’Italia. Il Belgio crea gioco, ma negli ultimi metri si dimostra troppo evanescente. L’Italia, invece, no. Prima è il neoentrato Ciro Immobile ad andare vicino al gol: Courtouis dice no. Nulla può, però, qualche minuto dopo su Pellè. L’Italia festeggia e mostra tutto l’orgoglio. In campo si sono visti gli “occhi della tigre” che voleva Conte. Solo mantenendo questa umiltà si può pensare di andare lontano, non occorre abbassare la guardia. A partire da venerdì contro la Svezia.