La ricerca del non facile equilibrio tra volti vecchi e volti nuovi nel tentativo di metter su la giusta squadra per raccogliere più voti possibili, sta giungendo alla conclusione. Entro mercoledì 17 aprile i partiti dovranno comunicare ufficialmente i loro candidati per le elezioni europee di fine maggio. I nomi, nel frattempo, continuano a inseguirsi. Senza ombra di dubbio il profilo che più si è rincorso nelle ultime settimane è stato quello di Ilaria Cucchi che, secondo quanto risulta a La Notizia, è stata corteggiata non solo dal Pd ma anche dalle forze a sinistra dei dem. La Cucchi, però, coerente con l’onestà intellettuale che l’ha sempre contraddistinta, ha ringraziato e ha declinato ogni invito.
Tanto che lo stesso Nicola Zingaretti, come si sa, ha preferito virare su altri candidati e capilista: Giuliano Pisapia, Carlo Calenda, l’ex procuratore nazionale Franco Roberti, Caterina Chinnici e Simona Bonafè, renzianissima della prima ora e semper fidelis all’ex segretario. Una scelta, questa, che ha indispettito tanti ma che – dicono i ben informati – sarebbe da leggere nel gioco di una continua mediazione tra renziani e Mdp: la partita di scambio, infatti, sarebbe la candidatura di Massimo Paolucci e Antonio Panzieri. Il vero terreno di scontro, però, ruoterebbe attorno al nome di Susanna Camusso: i bersaniani starebbero premendo per candidare l’ex sindacalista, che però troverebbe la netta opposizione dei renziani per via delle tante polemiche a suo tempo sul Jobs Act.
Certo, invece, il nome del fedelissimo del segretario dei democratici, Massimiliano Smeriglio, che proprio ieri si è dimesso dalla giunta regionale. Anche a sinistra del Pd, però, c’è tanto fermento. Uno dei nomi su cui punterà La Sinistra pare essere quello di Andrea Costa, il coordinatore di Baobab a Roma. Probabile, invece, il ritorno in pista di Pippo Civati con la lista Europa Verde, in cui ci sarà anche la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone. Ancora non è sciolta la riserva attorno al nome di Elly Schlein, attuale eurodeputata, fortemente corteggiata proprio dalle sirene di Zingaretti.
Discorso quasi chiuso, invece, in Forza Italia dove, come si sa, i nomi sono calati dall’alto da Silvio Berlusconi, molto probabilmente capolista in tutte le circoscrizioni. A seguire tutti gli altri, con tante riconferme a cominciare da Antonio Tajani e Aldo Patriciello. Possibile anche che si rispolveri il nome di Saverio Romano per le Isole e quello del segretario Udc, Lorenzo Cesa, per il Sud. Discorso simile anche nella Lega: Matteo Salvini sarà capolista ovunque. Certo ormai il nome dell’economista Antonio Maria Rinaldi, tra i candidati, insieme a quello di Vincenzo Sofo, fondatore del think tank “Il talebano” e fidanzato di Marion Le Pen.
Non mancheranno i big salviniani Alessandro Panza, responsabile organizzativo del Carroccio e Paolo Borchia, coordinatore federale di “Lega nel Mondo”. Ma anche qui le sorprese sono dietro l’angolo: probabili le candidature del segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone, molto vicino a Salvini, e dell’attuale sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.
Chi si è mosso decisamente in tempo è stato il Movimento cinque stelle con le ormai più che note parlamentarie. Tra i candidati ci saranno tanti uscenti (da Ignazio Corrao a Fabio Massimo Castaldo) e qualche new entry (Filippo Nogarin e Dino Giarrusso). Mancano le cinque capoliste che sceglierà direttamente Luigi Di Maio. Sui nome c’è massimo riserbo. “Nemmeno qui sappiamo nulla”, dicono da Strasburgo. Tra i nomi che circolavano c’era anche quello di Luisella Costamagna che ha prontamente smentito. Resta, tra gli altri, quello di Licia Colò. Che, per ora, non conferma né smentisce. Ma pare che Di Maio stia premendo per averla in lista, insieme alle ormai certe Paola Pisano, oggi assessore a Torino, che ha ricevuto il placet direttamente da Davide Casaleggio al Sum 2019 di Ivrea la scorsa settimana.