Sarà un’estate molto particolare nel gioiello calabrese di Tropea. Su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano, infatti, il consiglio dei Ministri ha sciolto per mafia i comuni di Corleone e Tropea (Vibo Valentia).
Il “caso Corleone” era approdato anche in Antimafia regionale già lo scorso gennaio. L’iniziativa era arrivata a pochi giorni dall’annuncio da parte del ministro degli Interni, Angelino Alfano, della procedura di accesso agli atti per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nell’amministrazione. Era la seconda volta che il sindaco di Corleone veniva ascoltata dall’Antimafia, già l’anno scorso la commissione aveva verbalizzato le preoccupazioni del sindaco per il ritorno di alcuni soggetti mafiosi.
Nessuno si aspettava l’altra decisione, quella riguardante Tropea. Un Comune, peraltro, già commissariato dopo che la giunta di Giuseppe Rodolico era caduta sul bilancio nemmeno un mese fa, a inizio agosto. In quel caso il presidente del consiglio comunale Sandro D’Agostino, l’ex vicesindaco Domenico Tropeano e il consigliere Nino Valeri avevano votato con l’opposizione contro l’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri per il bilancio del 2016, presentato dalla Giunta comunale di Tropea durante la seduta dell’assemblea municipale, decretando di fatto la fine dell’amministrazione targata Pino Rodolico. Tanto che il prefetto Carmelo Casabona aveva già avviato le pratice per inviare un commissario.
Giuseppe Rodolico era stato eletto sindaco di Tropea nel 2014, con la lista civica “Tropea Futura”, con 1651 voti pari al 39,20% dell’elettorato avente diritto.