Difficilmente una trattativa si esaurisce in un singolo appuntamento. Non sembra fare eccezione nemmeno il cosiddetto Russiagate leghista che, stando a quanto anticipato dal settimanale l’Espresso, sarebbe durato mesi. Insomma la trattativa per finanziare la Lega con milioni di rubli non si sarebbe limitata al solo appuntamento all’Hotel Metropol di Mosca del 18 ottobre del 2018 ma sarebbe andata avanti almeno fino a febbraio, ossia tre mesi prima delle elezioni europee dominate dal Carroccio di Matteo Salvini.
La sicurezza del settimanale d’inchiesta si basa su una serie di documenti inediti che coinvolgono direttamente Gianluca Savoini (nella foto) e sono relativi a una proposta commerciale indirizzata alle società Rosneft e Gazprom, uno dei maggiori gruppi petroliferi della Russia, da parte di Euro-IB Ltd. Quest’ultima è una nota banca d’investimento londinese, controllata dal banchiere tedesco Alex Von Ungern-Sternberg, in cui l’avvocato Gianluca Meranda, indagato per corruzione internazionale riveste il ruolo di general counsel, ossia consulente legale.
Secondo l’Espresso, undici giorni dopo l’incontro all’Hotel Metropol, ossia il 29 ottobre ci sarebbe stato un colpo di scena che ingarbuglia l’intera vicenda. Quel giorno, infatti, la banca londinese avrebbe preparato un documento per chiedere una fornitura di petrolio da 250mila tonnellate al mese, per dodici mesi consecutivi. Nel documento pubblicato dall’Espresso la banca indicava proprio uno sconto del 6,5 percento ossia la cifra pattuita da Savoini durante l’incontro con Meranda, Francesco Vannucci e tre russi. Ad ogni modo in questa complicata vicenda, anche nel caso in cui la trattativa sia andata per le lunghe, l’unica certezza sembra essere che l’affare, dopo il tira e molla, sia saltato. Proprio quanto affermato dagli stessi protagonisti della vicenda e ribadito nell’inchiesta dell’importante settimanale.