La nave giallorossa non sembra destinata a cozzare neppure sullo scoglio dello smonta-processi. La proposta di legge di Forza Italia, volta a cancellare lo stop alla prescrizione introdotto con lo Spazzacorrotti, ieri è tornata in Commissione. Italia Viva, contraria a quella riforma, si è riavvicinata agli alleati di Governo, prendendo le distanze dagli azzurri e concedendo altri dieci giorni di tempo per trovare una sintesi tra la necessità che molti processi non finiscano prescritti e quella di far sì che un imputato non rischi di restare imputato a vita.
DESTRE SCONFITTE. L’Aula della Camera ieri ha approvato la richiesta della maggioranza di rinviare in Commissione giustizia la proposta di legge del deputato azzurro Enrico Costa. “Nessuna finalità ostruzionistica – ha dichiarato il premier Giuseppe Conte – ma piuttosto una verifica della possibilità di fare l’ultimo miglio”. Un modo dunque per prendere tempo. “La maggioranza non è neanche capace di votare contro alla nostra proposta – ha affermato Costa, deciso a fare del no allo stop alla prescrizione la madre di tutte le battaglie – gettano la palla in tribuna, ma la palla tornerà molto presto in campo, perché già nel mese di febbraio riporteremo il testo in aula. Se pensano di fermarci si sbagliano di grosso. Non daremo tregua”. Il gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati ha inoltre lanciato, con l’hasghtag #NoFineProcessoMai!, un tweet-storm.
PROVE D’INTESA. Ma il sostegno dei renziani allo smonta-processi portato avanti dalle destre appare ormai sempre più problematico. Proprio Italia Viva sembra infatti decisa a cercare un accordo con le altre forze di maggioranza anche sullo stop alla prescrizione. Un nodo su cui Matteo Renzi, deciso come il Pd e il Movimento 5 Stelle ad allontanare il più possibile l’ipotesi del ritorno alle urne, non appare disposto a rompere. “Ancora una volta – hanno dichiarato da Iv – Italia viva ha mostrato il suo profilo responsabile. La maggioranza chiede qualche giorno per approfondire una mediazione. A Italia viva non interessa mettere le bandierine, ma il risultato finale”. Ancora: “Per questo non c’è opposizione al rinvio in Commissione, perché si sa che al massimo tra una settimana la Camera dovrà esprimersi sull’emendamento Annibali nel Milleproroghe che sospende gli effetti della sciagurata riforma Bonafede. Dunque il rinvio è di una settimana. Non concederlo – concludono – sarebbe stata una provocazione. Ma tra una settimana anche il Pd e tutti i riformisti votino con Italia Viva l’emendamento di Lucia Annibali contro la riforma Bonafede”.
Una decisione presa dopo che ieri mattina lo stesso Renzi aveva assicurato che il suo partito avrebbe votato la proposta di Costa di Forza Italia oppure avrebbe puntato sul Lodo Annibali nel milleproroghe. E spazi per mediare sembra non manchino. Gli stessi pentastellati del resto si mostrano ormai lontani da posizioni troppo rigide. “La scelta del rinvio in commissione giustizia della proposta di legge Costa è coerente con quanto detto oggi in Aula dal ministro Bonafede: c’è un cantiere aperto sullo stesso tema ed è opportuno portare prima a termine questo percorso”, ha dichiarato in una nota Devis Dori, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Giustizia della Camera. Una tela delicata che dovrà cucire come sempre Giuseppe Conte.