L’annuncio di cessate il fuoco già rischia di andare in fumo. La Turchia di Recep Tayyip Erdogan, infatti, non starebbe rispettando l’accordo che lui stesso avrebbe siglato con gli Stati Uniti. “Nonostante l’accordo per interrompere i combattimenti, attacchi aerei e di artiglieria continuano a prendere di mira le posizioni dei combattenti, gli insediamenti civili e l’ospedale di Serekaniye/Ras al Ayn. La Turchia sta violando l’accordo sul cessate il fuoco continuando ad attaccare la città dalla scorsa notte”. Lo scrive su Twitter Mustafa Bali, responsabile della comunicazione delle milizie delle Forze democratiche siriane a guida curda accusando Ankara di violare l’intesa per un cessate il fuoco di 120 ore.
Secondo l’agenzia curda Firat, i raid e i bombardamenti turchi di oggi hanno ucciso 5 combattenti curdo-siriani, mentre altri 2 sono rimasti feriti. La stessa fonte sostiene che i bombardamenti hanno ferito 8 civili in un altro villaggio della zona. Insomma, la guerra prosegue. Come se nulla fosse accaduto o nulla fosse stato detto. Dal canto suo, ovviamente, Erdogan respinge le accuse: “In questo momento, la tregua di 120 ore è in corso” e “le notizie” di scontri nell’area sono “disinformazione“, ha detto il presidente turco che al momento sembra uscire vincitore dalla partita in atto: l’accordo con gli Usa prevede la creazione di una zona di sicurezza turca nel nord-est della Siria, obiettivo cui Ankara punta da tempo. “Considero il mio incontro” con il presidente russo Vladimir Putin martedì a Sochi, “come un altro elemento di questo processo”, ha detto ieri Erdogan.
Al presidente russo Erdogan chiederà di rimuovere “i terroristi” curdi dell’Ypg anche dalle città di Manbij e Kobane. “Alla fine delle 120 ore” di tregua, martedì sera, ha proseguito il leader turco, “la nostra operazione Fonte di pace continuerà in modo ancora più determinato se gli Usa non manterranno le promesse” sull’evacuazione delle milizie curde Ypg dalla safe zone, ha spiegato Erdogan. Che ha inoltre sottolineato: “In base all’accordo, le nostre truppe non lasceranno la safe zone” dopo la fine delle ostilità. Le ostilità, dunque, proseguono anche sul campo diplomatico. E mentre l’Ue si dice totalmente insoddisfatta dell’atteggiamento turco, Erdogan è tornato a puntare il dito anche contro l’Italia.
Le dichiarazioni del Governo di Roma sulle azioni militari in Siria hanno provocato “un danno nelle relazioni diplomatiche” tra i due Paesi, ha dichiarato l’ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli. “Spero che possa essere riparato velocemente”, perché “potrebbe avere conseguenze negative“, ha aggiunto il diplomatico. Una vera e propria minaccia, cui il premier Giuseppe Conte, però, ha risposto in maniera chiara e decisa: “Ieri c’è stata una lunga telefonata col presidente Erdogan nel corso della quale con forza e convinzione gli ho ribadito che l’offensiva è inaccettabile per il Governo italiano e per tutta la nostra comunità”. E infine l’ultima battuta sulle accuse turche: “Non c’è stata alcuna ipocrisia da parte dell’Italia, è un’accusa che respingo”.