di Graziano Bertini
“Faccio appello ad una fine immediata delle manifestazioni, che hanno perso il loro carattere democratico e sono diventate vandalismo”. Questa la frase che Recep Tayyip Erdogan ha pronunciato davanti ai suoi sostenitori, radunatisi all’aeroporto Ataturk per il ritorno del premier da un viaggio di tre giorni nel Maghreb. Il primo ministro è tornato quindi ad attaccare le proteste di piazza di questi giorni, dopo che giovedì, da Tunisi, si era detto dispiaciuto per le persone rimaste ferite dai ripetuti attacchi della polizia. Benzina sul fuoco insomma, rispetto alle posizioni concilianti della prim’ora e dopo aver ammesso che c’era stato un uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine. Ieri su quelle dichiarazioni il premier ha lanciato un altro colpo di spugna, scagliandosi anche contro “giornalisti, artisti e politici” che avrebbero “incitato alla protesta con le peggiori menzogne”. E per quanto riguarda gli scontri con i manifestanti, ieri il primo ministro ha scelto invece di denunciare il martirio della sua polizia. Una miccia, questa, accesa sotto le polveri di una situazione esplosiva. Sono molti, infatti, i manifestanti antigovernativi turchi che dopo il discorso pronunciato dal premier parlano di “guerra civile”. Commenti che rimbalzano anche su twitter e nel cuore della protesta di Piazza Taksim, a Istanbul. “Ha dichiarato la guerra civile. Da oggi le cose sono cambiate”, spiega un giovane oppositore nella piazza simbolo della rivolta anti-Erdogan. Una Turchia spaccata a metà, dunque. Perché se da una parte gli animi si sono incendiati alle parole del premier, dall’altra i sostenitori del primo ministro, al termine del discorso, hanno ripreso coraggio. “Indicaci la strada, schiacciamo Taksim” e “siamo pronti a morire per te, Tayyip”, i canti nella piazza filogovernativa . E sul web scoppia la polemica. Erdogan “ha dichiarato la guerra al suo popolo”, protesta su twitter @welsla. “C’e’ da temere ora una guerra civile”, dice @fulyacandas. E ancora: “È il discorso più provocatorio mai sentito nella politica turca”, scrive @canikligil. Ma anche le testate giornalistiche locali parlano di rischi in seguito al discorso del premier. Secondo il quotidiano moderato indipendente Taraf, “Erdogan sta dando fuoco alla Turchia”.