Epatite nei bambini, individuato a Milano un primo caso sospetto: paziente di 4 anni ricoverato presso l’ospedale San Paolo.
Epatite bambini, a Milano primo caso sospetto: le segnalazioni in Italia
A Milano, è stato individuato un primo caso sospetto di epatite nei bambini. Nello specifico, si tratta di un bimbo di quattro anni che risiede presso il capoluogo lombardo e che si trova attualmente ricoverato presso l’ospedale San Paolo.
Al momento, in Italia, sono state inviate 11 segnalazioni di epatite acuta dall’origine sconosciuta nei minori. Secondo l’ultimo report diffuso sulla questione dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), tuttavia, i casi segnalati in Italia risultano essere quattro. Di questi, due pazienti risiedono in Lombardia e uno ha avuto bisogno di essere sottoposto a un trapianto di fegato d’urgenza. Entrambi i piccoli pazienti lombardi sono stati ricoverati all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ma i casi non risultano essere collegati tra loro.
Paziente di 4 anni ricoverato in ospedale: le parole del direttore di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale San Paolo
A proposito dei casi di epatite nei bambini e del recente ricovero sospetto a Milano, è intervenuto il direttore di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale San Paolo, Giuseppe Banderali.
Nello specifico, esaminando la diffusione della misteriosa epatite nei bimbi, il medico ha raccontato di aver ricevuto centinaia di telefonate da parte di genitori allarmati e spaventati. Per questo motivo, Banderali ha dichiarato: “Non c’è motivo di allarmarsi. Siamo in una fase in cui le istituzioni devono dare l’allerta per arrivare a un quadro più preciso. Serve un’operazione di rete a livello europeo e mondiale, anche perché i dati che abbiano finora sono a macchia di leopardo”.
Il direttore di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale San Paolo di Milano, poi, ha anche specificato che la Lombardia, proprio come altre Regioni italiane, ha già cominciato ad allertarsi rispetto a quanto riscontrato tra i bambini.
Dopo le indicazioni ricevute del Ministero della Salute rispetto alla segnalazione di casi sospetti, infatti, in Lombardia si è tenuta una riunione tra Welfare e ospedali per scegliere in che modo riportare eventuali casi sospetti.
In questo contesto, è prevalsa la linea della precauzione: si è deciso, in pratica, di segnalare esclusivamente i pazienti con epatite acuta di origine misteriosa nei quali la patologia è stata confermata.