Nel valzer delle poltrone di Stato, le cui note in verità fanno fatica a essere trascritte sul pentagramma, qualche movimento viene registrato anche in casa Eni. Qui non è in ballo il rinnovo del Consiglio di amministrazione, che scatterà nel 2020. Sul piatto, invece, ci potrebbe essere presto una serie di incarichi da leggere in chiave lobbistica. O di “ripescaggio”, come qualcuno fa notare un po’ maliziosamente. All’interno del Cane a sei zampe, per dire, si sta parlando sempre più insistentemente di un incarico imminente per Massimo Mucchetti, giornalista, ex vicedirettore del Corriere della Sera e nella scorsa legislatura senatore del Pd. Non un componente qualsiasi di palazzo Madama, tra l’altro, visto che ha guidato la Commissione industria occupandosi spesso di grandi partecipate dello Stato.
Dettagli – Nel corso degli ultimi mesi, come emerge da diversi suoi interventi, Mucchetti si è trovato spesso e volentieri a elogiare la guida di Claudio Descalzi, Ad dell’Eni. Con l’ex senatore del Pd sarebbe pronto ad aggregarsi al colosso petrolifero un altro profilo vicino ai Dem, ovvero Antonio Funiciello, già stretto collaboratore a palazzo Chigi con l’ex sottosegretario Luca Lotti (Pd), poi nominato capo dell’ufficio dell’allora presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Dall’interno della società filtrano voci secondo le quali i contatti sarebbero in corso con Claudio Granata, top manager del Cane a sei zampe, per il quale ricopre l’incarico di “Chief services and stakeholder relations officer”. Tra l’altro di questi movimenti si sarebbe parlato anche a margine della blindatissima convention aziendale dell’Eni, tenutasi giovedì scorso all’Eur, presso la Nuvola di Fuksas (come confermato telefonicamente ieri da Eur spa, società proprietario della struttura). Ma cosa può avere in serbo l’Eni per Mucchetti e Funiciello? Una consulenza o un rapporto più organico? Difficile da dire, in questo momento. Il Cane a sei zampe, contattato ieri per e-mail da La Notizia, si è limitato a smentire a voce (cioè per telefono) l’esistenza della trattativa. Ma la risposta, verosimilmente, non poteva essere diversa, vista la riservatezza con cui la questione viene trattata e visto che si tratta ancora di un “work in progress”. Ad ogni modo non sarebbe certo la prima volta che l’Eni imbarca profili vicini al Pd.
Altre operazioni – Nel 2017, per dire, il gruppo ha reclutato l’ex viceministro Pd degli Esteri, Lapo Pistelli, che dal 14 aprile di quell’anno riveste il ruolo di Direttore delle relazioni internazionali. Dal maggio del 2015, invece, è stato assunto nel Cane a sei zampe Aldo Saltalamacchia, generale dei Carabinieri che si occupa di sviluppo di nuovi progetti di security. E’ appena il caso di far notare che Aldo Saltalamacchia è fratello di Emanuele Saltalamacchia, ex capo della Legione toscana dei carabinieri, coinvolto nell’inchiesta Consip sulla presunta fuga di notizie che ha messo alle strette una bella fetta di “giglio magico”. Ma in Eni hanno trovato sistemazione anche profili di estrazione diversa. Dal gennaio 2017, per esempio, risulta assunto lo storico segretario particolare dell’ex ministro Angelino Alfano. Si tratta di Giovannantonio Macchiarola, all’inizio di quell’anno reclutato all’interno della funzione security del Cane a sei zampe.