di Stefano Sansonetti
Naturalmente la spiegazione è sempre pronta. E ruota intorno al fatto che l’Enel è un gruppo internazionale che ha provveduto a una ristrutturazione organizzativa. E all’interno di questo processo ha guardato alle prospettive di sviluppo e ai “premi” che ne derivano. Di sicuro fa una certa impressione scoprire che il colosso elettrico, guidato da poco più di un anno dall’Ad Francesco Starace, molto vicino al premier Matteo Renzi e al fedelissimo Marco Carrai, sta perfezionando la nomina di ben 300 nuovi dirigenti. Una maxi-operazione che, va da sé, avrà costi non indifferenti, per una società che in ogni caso è alla prese con una quadratura dei conti non semplicissima. Anzi. Fatto sta che nelle scorse settimane Starace ha messo in cantiere il piano. Secondo le intenzioni alla fine saranno circa 300 i funzionari interni a essere promossi dirigenti.
GLI SCOPI
Era proprio indispensabile? E qual è la ragione che ha spinto i vertici del colosso elettrico a procedere? Naturalmente La Notizia ha posto queste domande alla società. Ebbene, innanzitutto ci è stato fatto sapere che “la riorganizzazione del gruppo Enel ha implementato un modello orientato alla dimensione globale che l’azienda ha raggiunto nelle varie filiere tecnologiche e aree geografiche in cui opera”. E va bene. In questa direzione, prosegue la risposta, “sono state valorizzate le migliori competenze presenti all’interno del gruppo, senza aumentare il numero complessivo dei manager rispetto alla precedente organizzazione”. Un processo che per l’Enel, evidentemente, non poteva essere evitato. E “le nomine che ne derivano, nella loro dimensione numerica, fanno parte della normale dinamica dello sviluppo di un’azienda delle dimensioni del gruppo Enel”. Insomma, tutto normale. Ma quanto prendono di stipendio i 300 nuovi dirigenti? Quanto pesa il piano promozioni sulle casse aziendali? Qui l’Enel si limita a rispondere che “il sistema premiante messo in atto risponde all’evoluzione del mercato di settore, con particolare attenzione ai giovani ed alle donne. Le retribuzioni sono allineate con gli standard del comparto”. Questa la spiegazione ufficiale.
INDISCREZIONI
Secondo alcune fonti interne alla società, però, l’ondata di premi sarebbe stata utilizzata da Starace per tenere buona una fetta di manager non entusiasta di questa fase “fibrillante” della società. Del resto è vero che i dati del primo trimestre del 2015 parlano di ricavi Enel a 19,9 miliardi di euro, in aumento del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2014, e di un utile ordinario netto del gruppo a 810 milioni (+7,3%). Ma è anche vero che il risultato netto di gruppo, pari sempre a 810 milioni, risulta in calo del 6,7%. E l’indebitamento, rispetto alla fine del 2014, sale a 39,5 miliardi (+5,7%). Senza dimenticare che il 2014 si è chiuso per l’Enel con un fatturato di 75,8 miliardi, in calo del 3,7% rispetto all’anno precedente. Così come è risultato in calo il margine operativo lordo, passato da 16,7 a 15,7 miliardi (-6%). Un quadro, come si vede, tutt’altro che roseo.
Twitter: @SSansonetti