Più passano i giorni e più, evidentemente, nel partito di Emmanuel Macron, En Marche, qualcosa non quadra. Sarà il mal di testa provocato dalle continue accuse italiane. Quel che è certo è che le repliche che arrivano dalla Francia sono a dir poco grottesche. Prima di era tentata (senza grossi risultati) la strada del facile insulto. Ricordate? Prima di era parlato di una politica “vomitevole” in relazione alla strada intrapresa dal Governo gialloverde, poi il ministro per gli Affari esteri, Nathalie Loiseau ha dichiarato, in merito alle ultime accuse arrivate da Roma sul franco Cfa: “Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l’Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle”.
Da ieri, a quanto pare, si è deciso di utilizzare un altro metodo: quello di ragionamenti arzigogolati senza alcun apparente criterio logico. Vittime, ancora una volta, i due leader della maggioranza italiana. Cominciamo da Matteo Salvini. Il neo delegato generale di En Marche, Stanislas Guerini, intervenuto ieri in conferenza stampa, ha sottolineato con vero impeto che il suo movimento “combatterà con tutte le forze” il Rassemblement National di Marine Le Pen. “Bisogna vincere la battaglia delle idee”, al livello nazionale ma anche “europeo”, ha aggiunto, sottolineando che il partito presidenziale fondato da Emmanuel Macron non è una forza politica “uscente”.
E si è poi soffermato, appunto, su Matteo Salvini, che a suo avviso, alleandosi con Marine Le Pen, “si trova a difendere posizioni diametralmente opposte alle sue”. “A quanto mi risulta – ha osservato – Salvini vorrebbe che la Francia accogliesse più migranti, il che è esattamente il contrario di quello che vuole Le Pen”. Una tesi che non ha, come detto, alcun senso logico considerando che sia Le Pen che Salvini, oltre che essere fidi alleati già in Europa (entrambi i partiti fanno parte del Movement for a Europe of Nations and Freedom), oltre che aver già annunciato che correranno insieme, dicono da anni che la loro politica migratoria è comune, nel senso che entrambi chiedono che a farsi carico del problema sia l’Europa tutta. Fa niente. Abbiamo scherzato.
Finita qui? Certo che no. Il delegato generale Guerini (sempre lui) nel corso della conferenza di ieri ha deciso di soffermarsi anche sul Movimento cinque stelle in Europa. Precisando, davanti a tanti giornalisti solerti, che “esclude” ogni possibile alleanza: “Lo escludo e penso che En Marche abbia sempre escluso questa possibilità”. Interessante. Sarebbe curioso capire quando dai pentastellati sia arrivata una proposta siffata a Macron e sodali (che invece hanno sempre flirtato con Matteo Renzi e con il Pd), considerando non solo gli attacchi degli ultimi giorni, ma anche l’apertura fatta da Luigi Di Maio nelle ultime settimane ai gilet gialli, nemici giurati del Governo retto da Macron.
Come si ricorderà, infatti, il leader pentastellato ha addirittura aperto alla possibilità che il movimento di protesta francese utilizzi il sistema Rousseau per concepire eventuali leggi e proposte. A quanto risulta, una siffatta proposta non è mai stata avanzata a Macron né ai suoi fidi alleati. Probabilmente, però, visti i precedenti, aspettiamoci l’intervento di Guerini (o di chi per lui) che dirà che la proposta di utilizzare Rousseau è stata fatta dai Cinque stelle. Ma è stato il grande Macron a rifiutarla.