Ha lasciato in fretta e furia Bologna la premier Giorgia Meloni, dopo il punto stampa con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per partecipare al Consiglio dei ministri. Dopo una riunione lampo il Cdm ha esteso lo stato di emergenza ad alcuni comuni di Marche e Toscana colpiti dall’alluvione (garantendo loro altri 8 milioni di euro).
Scintille tra Meloni e i governatori della sua stessa area che vorrebbero Bonaccini commissario all’emergenza in Emilia-Romagna
Ma chi si aspettava che Palazzo Chigi riuscisse ieri a sciogliere anche il nodo del commissario per la ricostruzione sarà rimasto quanto meno deluso. La premier prende tempo. Del resto lo aveva già fatto capire con alcune dichiarazioni stizzite fornite nel corso della conferenza stampa con von der Leyen. “Sono molto colpita che sia questo il dibattito che vi interessa mentre ancora si stanno celebrando i funerali delle persone – le parole della premier -. Diciamo che oggi il mio principale problema non è chi spende i soldi, è trovarli”.
Un ragionamento valido “anche per i governatori di centrodestra”, chiarisce replicando a chi fa notare che pure secondo Zaia, Toti e Occhiuto quel ruolo spetta al presidente della Regione. E in questo caso, quindi al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che già ha ereditato dal suo predecessore Vasco Errani l’incarico di commissario per la ricostruzione dopo il sisma del 2012. L’allora governo, quello tecnico guidato da Mario Monti, deliberò quella nomina in dieci giorni. Su una soluzione rapida di quel tipo spinge Bonaccini.
Nel centrodestra il ministro Salvini si è messo di traverso sul presidente del Pd
Al momento, però, le parole della premier confermano che è tutto congelato. La verità è che Meloni avrebbe affidato pure il ruolo di commissario a Bonaccini, con cui – ripete – va d’amore e d’accordo. Ma nel centrodestra il ministro leghista Matteo Salvini si è messo di traverso sull’ex candidato alla segreteria del Pd. Sebbene i governatori del partito di via Bellerio non la pensino, come dicevamo sopra, affatto come lui. Non solo i governatori del Veneto (Luca Zaia) e del Friuli Venezia Giulia (Massimiliano Fedriga) tifano per Bonaccini, ieri anche il presidente della Regione Lombardia si è espresso a favore del governatore dell’Emilia Romagna.
“È una scelta che viene fatta a livello governativo, quindi, io non mi permetto di entrare nel merito. Fino a oggi si era fatto in quel modo”, ha replicato Attilio Fontana a chi gli chiedeva se fosse d’accordo sul fatto che il commissario per la ricostruzione dell’Emilia Romagna debba essere il presidente della Regione colpita. A sponsorizzare Bonaccini ci sono anche altri governatori del centrodestra, da quello calabrese (Roberto Occhiuto) a quello ligure (Giovanni Toti).
Rimane in pista l’ipotesi del vice di Salvini al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Bignami
Ma il fatto che il Cdm abbia esteso l’emergenza anche ad alcuni comuni di Marche e Toscana fa propendere per l’ipotesi di un commissario terzo e non legato alla sola realtà emiliano-romagnola. Rimane in pista l’ipotesi del vice di Salvini al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami. Che, non a caso, derubrica a “notazione storica” le parole di Bonaccini secondo cui solitamente l’incarico di commissario per le emergenze dopo catastrofi naturali sia ricoperto dai presidenti delle Regioni interessate. Bignami ha sottolineato come “bisogna tenere presente che in questo fenomeno abbiamo purtroppo anche conosciuto l’interessamento di Toscana e Marche perché questi eventi atmosferici non rispettano i confini delle Regioni”.
E il Cdm con l’estensione dello stato di emergenza a queste altre due regioni gli dà man forte. Dalla terra più colpita, però, si fa notare che anche nel sisma del 2012 furono coinvolte la provincia veneta di Rovigo e quella lombarda di Mantova, ma ciò non impedì di affidare il ruolo di commissario a chi guidava l’Emilia Romagna.