Emilia Romagna, imprenditori ed agricoltori abbandonati dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio l’economia della Regione. Nelle ultime ore è diventato virale il video di un gruppo di proprietari di aziende agricole che si sentono tagliati fuori per una strada rimasta bloccata da settimane a causa del maltempo.
Emilia Romagna, l’appello degli imprenditori di Fontanelice
“Purtroppo a tre mesi dalle forti piogge e alluvioni che hanno colpito l’Appennino la situazione è ancora questa. La strada è bloccata”: è il grido d’aiuto di alcuni imprenditori locali di Fontanelice colpito duramente dall’alluvione che si è abbattuta in Emilia Romagna nelle scorse settimane. “Quello che chiediamo è il vostro aiuto perché questa importantissima strada venga riaperta o che almeno ci venga dato il permesso a noi che viviamo su queste terre, su queste strade, di poter pulire la strada e poterla riaprire”, spiegano gli abitanti, alcuni dei quali sono lavoratori di aziende agricole, chioschi e agriturismi. “Questo perché ci sono tantissime famiglie e decine di aziende che tutti i giorni mettono a rischio la propria incolumità e sicurezza passando attraverso la strada comunale detta Strappo di Pantani o Salita del Cane, che è una strada davvero pericolosissima, strettissima e con delle fortissime pendenze”.
Dopoché il video è diventato virale, è arrivata la risposta del governatore della Regione Stefano Bonaccini. “Insieme alla Città metropolitana di Bologna e alla struttura commissariale del generale Figliuolo – ha precisato il governatore emiliano – siamo al lavoro per ripristinarla il più velocemente possibile, aprendo il cantiere non appena le risorse stanziate saranno nella disponibilità dei territori”.
Gli agricoltori in difficoltà abbandonati dal Governo
Non soli gli imprenditori ma anche gli agricoltori si sentono abbandonati dal Governo nel post alluvione, con le promesse e gli impegni non ancora mantenuti. “Senza ristori siamo perduti – dice Daniele Gieri, un agricoltore di Conselice in provincia di Ravenna – Dopo tutto quello abbiamo vissuto, ci siamo ritrovati a dover contare soltanto sulle nostre forze. E questo fa venire molta rabbia”. “Continuiamo a spendere soldi senza sapere se ci tornerà indietro qualcosa – continua Gieri – abbiamo debiti da coprire e viviamo nell’attesa che il governo sblocchi i tanto promessi aiuti”.