Nei soccorsi in mare regna il caos. Questa la triste verità che emerge dalla denuncia di Sos Mediterranee che ha fatto sapere di aver avuto l’ordine di non intervenire nel soccorso ad alcuni barconi perché il coordinamento delle operazioni era stato assunto dalla guardia costiera e dalla marina libiche.
I fatti denunciati – L’equipaggio dell’Aquarius, fa sapere la ong, dopo aver soccorso 387 persone sarebbe stato testimonee dell’intercettazione di diverse imbarcazioni in acque internazionali da parte della Guardia costiera libica. Era venerdì della scorsa settimana quando l’Aquarius, secondo il racconto fornito da Sos Medirerranee, ha individuato una prima barca in pericolo in acque internazionali a 25 miglia nautiche dalla costa, est di Tripoli, e poi una seconda. Senza però poter fornire alcun aiuto. “Siamo rimasti pronti ad intervenire con il nostro team di soccorritori e il nostro equipaggiamento professionale – ha spiegato Nicola Stalla, coordinatore dei soccorsi per Sos Mediterranee – Durante le quattro ore di stand-by le condizioni meteo sono peggiorate aumentando così il rischio di naufragio. Eravamo pronti a lanciare le operazioni di soccorso in ogni momento”. La nave in questione è arrivata nella mattinata di oggi nel porto di Catania con 420 migranti a bordo.
Conferma di quanto accaduto è arrivata anche dal coordinatore di Medici senza frontiere, Luca Salerno, che all’Ansa ha confidato: “Eravamo in acque internazionali e abbiamo visto il primo gommone in difficoltà, poi ne sono arrivati altri. Invece di essere autorizzati a intervenire subito ci hanno messo in ‘stand-by’ per 4 ore, in attesa dell’arrivo di motovedette e navi libiche che hanno caricato i Migranti a bordo e li hanno riportati di nuovo in Libia”. Migranti che ora, secondo quanto spiegato da Salerno, potrebbero tornare nuovamente nelle mani dei trafficanti in Libia.