Cresce il sovraffollamento e cresce anche il numero di suicidi in carcere. Il report di fine anno dell’Associazione Antigone mostra una situazione critica per le carceri italiane, con un aumento della popolazione detenuta che viene ritenuto semplicemente “insostenibile”. Al 16 dicembre, in Italia le persone detenute erano 62.153. Ma i posti disponibili sono solamente 51.320. Di questi, tra l’altro, 4.462 non sono effettivamente disponibili per inagibilità o manutenzioni. Il che vuol dire che la capienza effettiva scende a quota 47mila circa, per un tasso di affollamento che raggiunge il 132,6%.
Preoccupa il tasso di crescita dei detenuti: a fine 2023, infatti, erano 60.166, ovvero circa 2mila in meno di oggi. Ma da allora “i posti effettivamente disponibili sono diminuiti significativamente”. E a preoccupare sono soprattutto alcune strutture: a San Vittore (Milano), l’affollamento è del 225%, a Brescia Canton Monbello del 205%, a Como e a Lucca del 200%, a Taranto del 195% e a Varese del 194%. Ben 59 istituti penitenziari in tutta Italia registrano un affollamento superiore al 150%, soprattutto nei casi delle grandi case circondariali metropolitane, in cui si ha un maggior numero di ingressi, ma anche di tensioni.
Sovraffollamento in carcere, dai governi solo promesse non mantenute
Le risposte dei governi di fronte al sovraffollamento continuano a essere insufficienti. Si è sempre ventilata l’ipotesi di costruire nuove carceri, ma in realtà “mentivano sapendo di mentire”. Gli spazi detentivi disponibili, invece, sono sempre gli stessi: “Erano 50.228 alla fine del 2016, sono 51.320 al 16 dicembre 2024. Circa 1.000 in più, ma intanto i detenuti sono 8.000 in più”. Da quando è entrato in carica il governo Meloni, inoltre, la capienza è diminuita, almeno quella effettiva, “a cui vanno sottratti i posti detentivi non disponibili”.
Inoltre, tra incuria e incidenti, oltre al sovraffollamento, gli spazi diventano “sempre più invivibili, come abbiamo avuto modo di osservare anche durante molte delle nostre visite”. In 87 carceri visitate, nel 32% dei casi c’erano celle in cui non venivano neanche garantiti i tre metri quadri calpestatili a persona. E non va meglio sul fronte del personale, con la diminuzione dei funzionari giuridico pedagogici. E in calo è anche il personale di polizia penitenziaria in rapporto alle presenze: si è passati da un agente ogni 1,7 detenuti nel 2022 a uno ogni 1,9 detenuti nel 2023 a, infine, uno ogni due detenuti quest’anno.
Il triste primato: il 2024 record di suicidi in prigione
Nel rapporto emerge anche un altro dato, evidenziato da Ristretti Orizzonti: in Italia dall’inizio del 2024 si sono suicidiate in carcere 88 persone detenute. Il numero più alto di sempre, superando anche gli 84 casi del 2022. Inoltre il 2024 è stato anche l’anno, in generale, con il maggior numero di decessi: sono stati 243 da gennaio. Per quanto riguarda i suicidi, in due casi si è trattato di donne. Molti i suicidi di persone giovanissime: almeno 23 avevano tra i 19 e i 29 anni. E tante anche le persone straniere che si sono tolte la vita in carcere, almeno 40. Più della metà delle persone che si sono tolte la vita erano coinvolte in altri eventi critici.
Gli istituti in cui si sono registrati più suicidi sono le case circondariali di Genova Marassi, Napoli Poggioreale, Prato e Verona (4 eventi l’una). Per quanto riguarda invece gli stranieri, c’è un altro dato che emerge dal report di Antigone: la percentuale di detenuti stranieri in Italia è in calo, costante, dal 2007 e oggi è al 31,9%. Anche se, ricorda l’associazione, misurare il tasso di criminalità degli stranieri attraverso la presenza in carcere è “fuorviante”, in quanto gli stranieri hanno “notoriamente più difficoltà degli italiani ad accedere alle misure alternative”.