Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini, traccia della prima prova della maturità: cos’è e di cosa parla

Elogio dell'imperfezione di Rita Levi Montalcini è una delle tracce della prima prova della maturità: cos'è e di cosa parla

Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini, traccia della prima prova della maturità: cos’è e di cosa parla

Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini è una delle tracce della prima prova della maturità 2024. Si tratta dell’autobiografia, raccontata in prima persona, della neuro-scienziata italiana insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986 e venuta a mancare nel 2011. Dal racconto è stato tratto, nel 2000, un documentario omonimo per la regia di Virgilio Tosi.

Di cosa parla il libro uscito come traccia della maturità 2024

Elogio dell’imperfezione è il racconto intimo e personale della Montalcini, che si muove tra importanti avvenimenti storici – come le due guerre mondiali e le leggi razziali – e i limiti culturali di una società che discrimina la donna e un modo di concepire la scienza come ricerca continua. Un libro in cui l’autrice descrive la propria esperienza umana e scientifica, raccontando i successi e soprattutto gli insuccessi, quest’ultimi visti come il motore della crescita personale e lavorativa.

“L’imperfezione”, dice la Montalcini, “ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo”.

La scoperta del NGF

Nel testo viene dedicato ampio spazio alla scoperta del Nerve growth factor (NGF), ossia agli studi che hanno consentito alla scienziata di ricevere il Premio Nobel per la Medicina del 1986. Una ricerca pionieristica, durata un decennio e iniziata da un errore di valutazione di un altro ricercatore, che mette in crisi uno dei dogmi scientifici dell’epoca, ovvero che le caratteristiche biologiche degli esseri viventi sono fissate nel corredo genetico e non possono essere modificate.

A spiegare l’importanza della scoperta è la stessa Montalcini: “La saga del NGF prospettata con la dovuta umiltà come paradigmatica del decorso a tappe successive delle ricerche scientifiche ha seguito un percorso tortuoso non programmato e imperfetto. Come tale avvalora il concetto che l’imperfezione e non la perfezione sono alla base dell’operato umano”

La conclusione dell’Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini: un messaggio per Primo Levi

Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini si conclude con una sorta di lettera a Primo Levi, quest’ultimo testimone degli orrori del nazismo e autore del libro “Se questo è un uomo”. Nel libro, la neuro-scienziata ricorda Primo Levi nel momento in cui recitava, ai suoi compagni detenuti nel campo di concentramento, il passaggio su Ulisse contenuto nella Divina Commedia: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Un passaggio che spinge la Montalcini, rivolgendosi direttamente a Primo Levi, a chiedere se sia “giustificato, meditando su quanto tu scrivi, tessere l’elogio dell’imperfezione, e cioè di una nota dominante del comportamento dell’Homo sapiens?”.