Elkann snobba il Parlamento: governo e opposizione furiosi

Il presidente di Stellantis rifiuta l’audizione alle Camere. Nega il disimpegno, ma chiede la Cig a Termoli

Elkann snobba il Parlamento: governo e opposizione furiosi

Ieri era il giorno delle audizioni in Parlamento dei sindacati sulla situazione di Stellantis in Italia e dell’automotive più in generale. Ma a far scalpore è stato il rifiuto del presidente di Stellantis, John Elkann, di presentarsi alle Camere.

Dopo le proteste veementi di governo e opposizione di fronte al suo no, in serata è stato diffuso il contenuto di una conversazione telefonica tra Elkann e il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

La replica di Elkann: nessun disimpegno in Italia ma chiede la Cig a Termoli

‘’In questi anni non c’è stato nessun disimpegno in Italia, c’è stato solo un grande sforzo per orientare la nostra attività verso il futuro con prodotti competitivi e innovativi’’, ha detto Elkann.

Che ha ribadito il rispetto del Parlamento spiegando che ‘’la risposta al presidente della commissione attività produttive Gusmeroli nasce dall’osservanza della decisione della Camera di impegnare il Governo, attraverso le mozioni approvate dall’Aula, a identificare politiche industriali in linea con l’evoluzione del settore automotive’’.

Durante la telefonata, ha ribadito ‘’l’apertura al dialogo con tutte le istituzioni, come da sempre il gruppo fa in tutti i paesi in cui è presente, Italia in primis’’.

E ha ricordato che l’ad di Stellantis Carlos Tavares ha già rappresentato in modo chiaro in audizione lo scorso 11 ottobre la situazione.

Ma altro che non c’è disimpegno. Proprio ieri Stellantis ha comunicato alle organizzazioni sindacali dello stabilimento di Termoli il ricorso alla cassa integrazione dal 25 novembre al primo dicembre.

La richiesta dei sindacati: il tavolo su Stellantis lo convochi Meloni

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha convocato il tavolo Stellantis per il 14 novembre. Ma i sindacati non ci stanno.

“Su un settore così importante è il governo e quindi il presidente del Consiglio in prima persona che convoca le organizzazioni sindacali, l’azienda e le aziende della componentistica”, dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Secondo il leader del M5S Giuseppe Conte, a “Palazzo Chigi giocano a nascondino con l’automotive”.

Per la premier Giorgia Meloni “Elkann non ha detto solo di no, ha detto no perché aspetto il tavolo del governo: temo che a Jhon Elkann sfuggano dei fondamentali della Repubblica italiana” perché “sono due cose completamente diverse, una non esclude affatto l’altra, siamo una repubblica parlamentare, questa mancanza di rispetto verso il parlamento me la sarei evitata”.

Dura anche la leader del Pd. “Occorre stigmatizzare l’atteggiamento del presidente di Stellantis”. “Solo quattro giorni dopo la sua audizione – ha detto Elly Schlein – Tavares ha cominciato a parlare alla radio di non escludere licenziamenti”, inoltre c’è stato “da parte del governo un taglio incredibile ed inspiegabile di 4,6 miliardi del fondo dell’automotive”.

Due novità che avrebbero meritato un confronto.