Sembrava una partita chiusa. Con un accordo su una figura civica, quella di Domenico Lacerenza, come candidato alla presidenza della Basilicata tra Pd e Movimento 5 Stelle. Ma sulle elezioni regionali lucane pesa ancora la spaccatura interna al Pd, con una parte dei dem che chiede di ritirare la candidatura di Lacerenza.
Attivisti, sindaci, amministratori sindacalisti e dirigenti del Pd e del centrosinistra hanno formalizzato in un documento, diffuso da Giovanni Petruzzi, una richiesta: “Ritirare la candidatura di Domenico Lacerenza o promuoviamo il polo dell’orgoglio lucano”. Secondo Petruzzi è “quanto mai opportuno e urgentissimo” che venga convocata la direzione regionale del Pd, che “non ha mai discusso né deliberato la candidatura a presidente di Lacerenza”.
Basilicata, la sinistra Pd in rivolta contro Lacerenza: ritirare la candidatura
L’accordo sul primario oculista dell’ospedale San Carlo di Potenza non ha retto neanche 24 ore. Il nome, che sembrava gradito ai vertici nazionali dem e a quelli dei 5 Stelle, non viene digerito a livello locale. E così la sinistra del Pd, che ha firmato il documento, spiega che “l’individuazione verticistica del candidato presidente della Regione, senza alcuna forma di confronto e di condivisione con chi quotidianamente vive nelle trincee del territorio lucano, offende la dignità e l’autonomia del popolo lucano che si riconosce nel centrosinistra e rischia di regalare, senza neanche l’onore delle armi, altri cinque anni di non governo Bardi ai nostri avversari politici del centrodestra”.
I firmatari del documento ritengono che ci siano “le condizioni politiche per un ravvedimento operoso, ci appelliamo a tutte le forze, politiche e civiche, del centrosinistra affinché si azzeri la situazione e si converga sull’indicazione della migliore candidatura possibile per sconfiggere il centrodestra, che per noi continua ad essere quella di Angelo Chiorazzo, o in alternativa su una candidatura effettivamente espressione del territorio, magari forgiatasi nell’impegnativa funzione quotidiana di guidare uno dei nostri meravigliosi Comuni”.
Chiorazzo, ricordiamo, era il candidato della prima ora, non gradito però al Movimento 5 Stelle. Motivo per cui gli è stato chiesto un passo indietro, che lui stesso ha accettato – dopo lunghe trattative – proponendo il nome di Lacerenza. “Se questo appello non fosse accolto in tempi rapidi – continuano gli esponenti dem – valuteremo le condizioni per promuovere autonomamente un innovativo polo dell’orgoglio lucano, che tenti di contrastare direttamente alle elezioni regionali del 21 e 22 aprile prossimi sia il centrodestra che il formato bonsai, romanocentrico, di centrosinistra, che, forse, si realizzerà a sostegno di Lacerenza”.
Insomma, il rischio è che il Pd si spacchi e presenti un altro candidato alla presidenza in Basilicata, alternativo anche a quello del campo largo. Nel documento si parla ancora di “oligarchica indicazione” del candidato, sottolineando che Lacerenza è uno “stimato professionista completamente a digiuno di politica, per sottostare agli incomprensibili veti del M5s”. Una scelta che “mortifica le energie popolari” che si erano trovate unite su Chiorazzo, che il Pd Lucano “aveva ritenuto il miglior candidato possibile” con “ben due pronunciamenti”.