Sarà domani il grande giorno in cui gli americani, recandosi alle urne per queste elezioni presidenziali, decideranno chi sarà il successore di Joe Biden alla Casa Bianca. Una sfida all’ultimo voto che vede contrapposti la candidata democratica Kamala Harris, attuale vicepresidente, e il candidato repubblicano Donald Trump.
Come funzionano i risultati delle elezioni in USA
Come noto, il territorio degli Stati Uniti è estremamente vasto e comprende sei fusi orari diversi. Per questo gli orari di apertura e chiusura dei seggi variano a seconda dei diversi Stati.
Nella maggior parte dei casi, il voto avrà inizio alle 7 locali e si concluderà tra le 19 e le 20 della stessa sera. Laddove ci siano ancora elettori in fila, i seggi resteranno aperti per coloro che sono arrivati entro l’ora ufficiale di chiusura: questo, dunque, potrebbe protrarre di molto la chiusura effettiva delle urne e l’inizio dei conteggi. Anche la fase di scrutinio differisce da Stato a Stato: alcuni consentono l’apertura e l’elaborazione delle schede man mano che arrivano, mentre altri permettono di elaborarle ma non di conteggiarle.
Harris e Trump: a che ora si saprà chi ha vinto e perché potrebbero volerci più giorni per sapere chi ha vinto
Come accade anche nelle elezioni europee, a urne chiuse inizieranno ad uscire i primi exit poll – che arriveranno quando in Italia è notte – che potranno già dare un’idea su chi si starebbe avviando verso la vittoria finale. Nel corso della giornata di domani, ci sarà poi l’esito dello scrutinio. Ma neanche quando questo sarà finito, ci sarà la certezza matematica su chi ha vinto le elezioni presidenziali. Infatti, per conoscere il risultato definitivo bisognerà aspettare un po’ di giorni, forse anche più dei quattro giorni che sono stati necessari nel 2020 per decretare la vittoria di Biden su Trump.
A rendere incerta la partita ci sono una sterminata serie di fattori. Il primo è senza dubbio relativo ai sette Swing States, gli Stati in bilico, dove la gara sembra attestarsi su un serrato testa a testa. Poi non è da escludere che il candidato sconfitto decida di proporre ricorso negli Stati dove lo scarto è minimo, chiedendo il riconteggio delle schede che inevitabilmente allungherà i tempi per proclamare il vincitore.