“Non voglio che diventi una cosa politica. L’ho fatto per i bambini. Sono pronto a pagare le bollette”. E’ quanto ha detto il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, spiegando, in un’intervista al Corriere della Sera, la decisione di riattivare l’erogazione dell’energia nello stabile ex Inpdap di via Santa Croce in Gerusalemme 55, a Roma, occupato da SpinTime Labs e dove vivono 420 persone (tra cui 98 minorenni) al buio e senza acqua calda dal 6 maggio.
“Da questo momento – ha aggiunto l’alto prelato -, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’è problema. Io faccio l’elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini. Intanto, hanno luce e acqua calda, finalmente. Adesso tutto dipende dal Comune, aspettiamo che riaprano gli uffici. Mi assumo tutta la responsabilità. E non devo dare spiegazioni, c’è poco da darne”.
Ci ricordiamo cosa accadde l’ultima volta che ci fu un blackout a Roma? Mancò la luce per poche ore – afferma ancora Krajewski – e fu un dramma. Ecco, adesso s’immagini cosa può significare restare senza luce per sei giorni. Ci sono quasi 500 persone, in quel palazzo, un centinaio di bambini. Conosco la situazione da tanto tempo. Dal Vaticano mandavamo l’ambulanza, i medici, i viveri. Stiamo parlando di vite umane”.
“Elemosiniere Vaticano attacca la luce a 300 occupanti abusivi? Ma allora tutti gli italiani che pagano bollette, mutui, stanno in case popolari sono fessi? Conto che paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate”, ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Sostenere l’irregolarità – ha aggiunto il leader della Lega – non è mai un buon segnale. Visto che ci sono tanti italiani ed anche immigrati regolari che, anche se con difficoltà, le bollette le pagano… ognuno fa quello che vuole, io da ministro dell’Interno garantisco le regole. Se in Vaticano vogliono pagare le bollette a tutti gli italiani in difficoltà ci diano un conto corrente”.
Sul vicenda Acea ha annunciato che presenterà un esposto in procura, contro ignoti, per la violazione dei sigilli della cabina elettrica di media tensione riattivata dal cardinal Krajewski. La società di distribuzione, Areti SpA, era stata obbligata a interrompere la fornitura di energia su incarico del gruppo Hera, cui fa capo il contratto dello stabile occupato, per crediti che ammontano a circa 319 mila euro.