Per i Cinque Stelle non ci sono dubbi: è l’effetto Whistlebloowing. La legge proposta dal Movimento e approvata nella passata legislatura che premia e tutela chi denuncia fenomeni di corruzione nella Pubblica amministrazione o nel settore privato. E che, stando all’ultima relazione relativa al 2018 del Comune di Palermo sulle procedure per il contrasto dell’ormai consolidata prassi della mazzetta, ha iniziato a dare i risultati sperati.
Negli uffici del Municipio del capoluogo siciliano, le segnalazioni di casi sospetti sono più che triplicate, passando dalle 10 del 2017 alle 34 dello scorso anno. Segnalazioni che, in diversi casi, arrivano dagli stessi dipendenti, forti rispetto al passato degli strumenti di tutela che la nuova legge assicura a chi decide di denunciare. Insomma, un primo successo che ora i Cinque Stelle contano di consolidare grazie alla legge Spazzacorrotti da poco entrata in vigore. E che consentirà di impiegare nuovi strumenti nella lotta al fenomeno.
Dal poliziotto infiltrato, che potrà avvicinare in incognito funzionari sospetti documentando eventuali passaggi di mazzette, all’uso dei pentiti, che potranno ottenere benefici e sconti di pena fornendo notizie utili a perseguire nuovi casi di corruzione. Misure che, messe insieme, complicano non poco la vita ai professionisti della mazzetta, rendendo il rapporto costi-benefici sempre più sconveniente. Anche per effetto delle pene più elevate e del Daspo, in alcuni casi a vita, che sbarrerà a corrotti e corruttori le porte della Pubblica amministrazione.
“Evidenziare un caso virtuoso che viene dalla nostra Sicilia ci rende molto soddisfatte”, commentano a La Notizia, le deputate siciliane M5S, Valentina D’Orso e Roberta Alaimo. “L’aspetto che vogliamo sottolineare è la continuità tra una normativa, quella sul Whistleblowing, pensata ed attuata nella scorsa legislatura e una legge, lo Spazzacorrotti, che invece abbiamo proposto e approvato all’inizio di questo mandato”, tagliano corto le due parlamentari del Movimento Cinque Stelle.
“La prima è una misura che finalmente ha dato tutele efficaci a chi ha il coraggio di denunciare, come la reintegrazione del segnalante e l’inversione dell’onere della prova a carico del segnalato – spiegano ancora D’Orso e Alaimo -. La seconda è una riforma del sistema anticorruzione che mette in campo strumenti con cui chiudiamo il cerchio: Daspo (a vita, nei casi più gravi) per chi prende o offre mazzette, poliziotto infiltrato, netto aumento di pene e ‘pentiti’ della corruzione”.
Ma non è tutto, la guardia contro la corruzione continua a restare alta. “Siamo già al lavoro per affinare ancora di più le armi per combattere – e sconfiggere, una volta per tutte – corrotti e corruttori, e debellare le mazzette – concludono le deputate M5S -. Nel frattempo aspettiamo che arrivino i primi importanti risultati dello Spazzacorrotti”.