La partita economica è già aperta. Meno prevedibili, semmai, sono le ripercussioni che su di essa potranno scaturire dalla vittoria di Emmanuel Macron alle presidenziali francesi. Sì, perché molti osservatori, interrogandosi a proposito dell’effetto Macron sull’Italia, stanno volgendo lo sguardo verso Tim, l’ex Telecom Italia, già abbondantemente finita nelle mire transalpine con la massiccia presenza di Vivendi nel capitale (24%). E qui c’è già chi, magari esagerando un po’ in suggestioni, delinea una sorta di asse Rothschild. Che cosa significa? Semplice. In queste ore tutti si stanno divertendo a scandagliare il passato del nuovo presidente francese, definito uomo delle banche e della finanza. A influenzare questo inquadramento è soprattutto l’esperienza che, tra il 2008 e il 2010, Macron ha avuto all’interno proprio di Banca Rothschild.
Il dettaglio – Il dato, in un certo senso, potrebbe riportare indirettamente agli interessi francesi nell’ex monopolista pubblica italiano delle telecomunicazioni. Qualche giorno fa, infatti, nelle liste presentate da Vivendi per il rinnovo del Cda di Telecom è spuntato fuori Franco Bernabè, manager pubblico italiano di lungo corso, già per due volte sulla tolda di comando dell’azienda oggi guidata dall’Ad Flavio Cattaneo. Ora, gli osservatori più attenti non hanno certo trascurato il fatto che tra le principali occupazioni passate dal manager ci sia stato un importante passaggio in Banca Rothschild, di cui Bernabè è stato vicepresidente per l’Europa dal 2004 al 2007. Ma ciò che più conta è che i suoi rapporti con l’istituzione finanziaria sono rimasti nel corso del tempo. Provando a fare una sintesi del ragionamento, allora, per qualcuno potrebbe delinearsi un asse francese su Telecom, benedetto da vecchi legami in Rothschild, che fa intuire intenzioni molto serie da parte di Parigi. Non che queste intenzioni non potessero essere percepite finora, vista la sin troppo palese operazione di Vivendi in Telecom e quella parallela in Mediaset. Ma un Macron all’Eliseo viene interpretato da certi ambienti come un segnale delle crescenti ambizioni francesi su Tim.
Gli sviluppi – Il che potrebbe anche alimentare il ritorno di quelle voci che negli ultimi mesi hanno descritto Orange, il colosso transalpino delle telecomunicazioni, come l’eminenza grigia che si muove dietro le quinte in attesa di un affondo sulla società oggi guidata da Cattaneo. Naturalmente è difficile capire quanto incida la suggestione in questa ricostruzione. Ma magari una parte di verità c’è. In più c’è da chiedersi come possa reagire a un eventuale e rinnovato interventismo francese Silvio Berlusconi, che con Vivendi ha innescato mesi fa un braccio di ferro su Mediaset che è in corso ancora oggi. E se si parla di Berlusconi si arriva alla messa a fuoco di quel “Nazareno 2.0” con il Pd di Matteo Renzi che al momento sembra uno dei pochi sbocchi possibili di Governo per il 2018. Chissà come inciderà l’effetto Macron su questa partita.
Tw: @SSansonetti