Adesso in molti parlano di effetto Consip. E tra i gruppi che tremano di più ci sono alcuni big delle coop rosse, che temono di essere estromessi dal ricco piatto dei bandi gestiti dalla centrale acquisti controllata dal Tesoro. La verità è che a scatenare appetiti non è solo il super appalto per il facility management da 2,7 miliardi di euro, quello che ha messo a soqquadro parte del giglio magico. C’è un’altra commessa finita nel mirino, in questo caso dell’Antitrust, le cui ripercussioni sono tutt’ora imprevedibili. Parliamo della pulizia delle scuole italiane, valore totale 1,6 miliardi di euro. La storia è molto semplice. Assegnato nel 2013, l’appalto aveva visto aggiudicati 8 lotti su 13 a un raggruppamento con a capo Cns, uno dei consorzi più potenti della Legacoop, e a Menutencoop, altro colosso della coop rossa.
Il dettaglio – L’Antitrust, però, nel 2015 ha ravvisato un’intesa restrittiva della concorrenza tra le due realtà, entrambe sanzionate. Il tutto con il suggello prima del Tar, e poi del Consiglio di Stato. Ma qui viene il bello. Proprio in base a queste sanzioni, infatti, la Consip nei mesi scorsi ha risolto le convenzioni con Cns e Menutencoop. E in tempi più recenti la società pubblica ha chiesto un parere all’Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, per capire come deve comportarsi in futuro con gli stessi gruppi. A quanto pare, infatti, aver violato le regole una volta può impedire alle due affiliate di Legacoop la partecipazione a una corposa fetta di bandi futuri lanciati dalla Consip. E che cosa ha risposto l’Anticorruzione? “Per adesso niente”, hanno fatto sapere ieri a La Notizia dalla società controllata dal Tesoro. Per questo la fibrillazione è altissima. Anche perché, come emerso dalle intercettazioni dell’inchiesta Consip, a dicembre 2016 ci sarebbe stato un incontro tra Luigi Marroni, Ad Consip, Alberto Bianchi, tesoriere della fondazione Open, pilastro del giglio magico, nonché avvocato della società pubblica, e Marco Canale, presidente Manutencoop. Oggetto della discussione, naturalmente, il futuro della stessa Manutencoop e di Cns dopo le sanzioni incassate dall’Antitrust e la conseguente risoluzione della convenzioni legate all’appalto per la pulizia delle scuole.
Il precedente – Tra l’altro dopo le stesse sanzioni, alle quali si è arrivati in seguito all’iniziativa di un gruppo di parlamentari di Alternativa libera (fuoriusciti pentastellati), l’Anticorruzione è già scesa in campo. Attivata da una richiesta del ministero dell’istruzione, l’Authority di Cantone ha deliberato che la risoluzione della convenzione Consip in relazione ai lotti assegnati ai due colossi di Legacoop “produce effetti anche rispetto agli atti contrattuali attuativi”. Insomma, uno stop totale. Ma adesso i tecnici di Cantone sono chiamati a prendere posizione su una questione molto più delicata. La Notizia ieri ha chiesto lumi sul rischio di eventuali limiti di partecipazione a gare future. Secondo il Cns “nel merito i giudici amministrativi che si sono interessati della vicenda hanno affermato l’irrilevanza del presunto illecito antitrust ai fini dell’esclusione dalle gare pubbliche”. Sulla stessa linea Manutencoop: “Recenti pronunciamenti di giudici amministrativi hanno escluso che comportamenti anti concorrenziali rientrino nel novero delle cause di esclusione rilevanti ai sensi del Codice degli Appalti”. Pertanto, aggiunge la coop, “eventuali esclusioni da parte di Consip o di altro ente sarebbero illegittime”. Infine “Manutencoop dichiara sin da ora che impugnerebbe nelle sedi competenti qualsiasi provvedimento in questa direzione. La società ha, peraltro, già impugnato l’illegittima risoluzione, avvenuta lo scorso novembre, da parte di Consip della Convenzione Consip Scuole”.