Che si tratti di tempi duri per tutti, è ormai cosa ben nota. Ma pochi si stanno facendo domande sul “dramma” che stanno vivendo i massoni italiani le cui attività, a causa dell’emergenza sanitaria, sono ferme al palo da un mese. A lanciare l’inatteso allarme è stato nientemeno che il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, evidentemente convinto che sia giunto il momento di far rinsavire tutti denunciando la paralisi che la massoneria, mica l’Italia intera, sta vivendo. “Tutto fermo, tutto rinviato a tempi migliori”, spiega sconsolato Bisi all’Adnkronos. Il capo del Grande Oriente d’Italia, stando a quanto dice, sembra vivere le misure di contenimento per contrastare il coronavirus come una sorta di punizione, salvo poi correggere il tiro spiegando che: “Rispettosi come sempre delle regole dello Stato e ossequiosi ai decreti del Governo, oltre che al buon senso, abbiamo rinviato il nostro più importante appuntamento annuale, la Gran Loggia che in genere vede radunarsi oltre un migliaio di persone, tra i momenti riservati ai soli fratelli massoni e gli appuntamenti pubblici”.
SENZA PUDORE. Mentre mezza Italia è costretta a casa, con le sole attività essenziali autorizzate a proseguire, quel che proprio non riesce a mandar giù Bisi è il fatto di esser stato costretto a “disporre purtroppo la sospensione di tutte le tornate rituali delle logge, che solitamente si tengono una volta a settimana e comunque almeno due volte a mese. In precedenza, in tutta la nostra Storia, era successo soltanto nel 1925 con l’avvento del fascismo. Con la sospensione delle logge, vengono ovviamente sospese tutte le iniziazioni, nonché i passaggi di grado” anche se il Gran Maestro rassicura tutti, nel tentativo di farci evitare ogni preoccupazione, del fatto che: “Telefono a tanti nostri fratelli, ogni giorno”. Insomma possiamo tirare un sospiro di sollievo.
RIMASTI NEL PASSATO. Eppure mentre crescono i contagi e non si arresta la scia di morte in tutto il Paese, con gli italiani che sono stati costretti ad ingegnarsi sfruttando il telelavoro – o per dirla all’inglese allo smart working -, le logge non riescono a farlo. Anzi loro, beninteso solo loro, non possono. “Anche se siamo tutti iperconnessi tecnologicamente, non c’è assolutamente nulla che possa sostituire il contatto fisico e lo sguardo fra uomini, che sono la voce del cuore e della mente. Non possono essere sostituiti da una videoconferenza da remoto. Il segreto massonico non si può comunicare e trasmettere senza vivere l’esperienza massonica; e l’esperienza non si può vivere al di fuori del tempio, senza essere circondati e compenetrati dai simboli”. Avete capito bene: senza fraterni abbracci, strette di mano e altri rituali, le logge non sono in grado di funzionare. A chiarirlo, nel caso non fosse chiaro a tutti, è ancora Bisi che torna sul punto spiegando come: “La vita massonica è fatta anche di fisicità. Ad esempio penso alla catena di unione quando ci si tiene tutti per mano dopo esserci tolti i guanti bianchi rituali, oppure al triplice bacio di saluto prima dell’ingresso nel tempio”.