L'Editoriale

Volenterosi ma anche tanto confusi

Volenterosi ma anche tanto confusi

In mancanza di una qualsiasi possibilità di trovare un accordo a Bruxelles, ieri a Parigi abbiamo avuto un antipasto dell’immane fatica di fare la guerra chiamandola pace. I cosiddetti volenterosi si sono ritrovati alla corte di Macron per mostrare che l’Europa è unita nell’indossare l’elmetto.

“L’Europa si mobilita come non si vedeva da decenni”, ha detto fiero Keir Starmer, leader britannico di un Paese che è uscito dall’Unione europea. Macron, invece, ha annunciato l’invio di soldati in Ucraina quando sarà finita la guerra. Si pensa a una “coalition of the willing” che ricalca la definizione di George W. Bush nel 2003, quando in nome di “armi di distruzione di massa” mai ritrovate si partì per l’Iraq di Saddam Hussein. Non è un precedente di cui andare fieri.

Peccato che l’idea non piaccia affatto all’Italia di Giorgia Meloni, che per l’ennesima volta ha negato la sua disponibilità. Quindi nemmeno i volenterosi sono d’accordo.

Nel frattempo Macron s’è affrettato a dichiarare Trump un “alleato affidabile”, ritenendo Putin non interessato alla pace. Ma Trump ha dichiarato inaffidabile, addirittura ostile, l’Ue e sta costruendo una pace apparente proprio sulle rassicurazioni di Putin.

Il giudizio più sensato è forse quello del presidente ucraino Zelensky: “A Parigi molte domande e poche risposte”. E questi sono i volenterosi: immaginate come andrà a finire quando ci saranno anche gli indolenti.