L'Editoriale

Uno… Spinelli nel fianco per Meloni

Uno… Spinelli nel fianco per Meloni

Non si può certo dire che, anche stavolta, Giorgia Meloni non abbia colto nel segno. Con il suo attacco al Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da tre dissidenti del regime fascista – Spinelli, Rossi e Colorni – mentre erano al confino nell’isola pontina e considerato il testo ispiratore dell’Unione europea, è riuscita nell’impresa di spostare il dibattito sul Piano di Riarmo Ue ad una sterile e strumentale polemica sulla portata di un documento decontestualizzato dal periodo storico in cui venne redatto. Centrando l’obiettivo di spostare, per tutta la giornata di ieri, i riflettori mediatici dalla vera questione politica sul tavolo del Consiglio europeo – gli 800 miliardi di euro destinati allo shopping militare – all’inutile botta e risposta su un tema del tutto irrilevante rispetto all’oggetto del dibattito. Un segno di abilità, che va indubbiamente riconosciuto alla premier, ma allo stesso tempo anche di debolezza.

Costretta ad arrampicarsi ancora una volta sugli specchi nel tentativo, solo in parte riuscito, di nascondere le divisioni interne alla sua stessa maggioranza. La provocazione sul Manifesto di Ventotene, del resto, ha attutito solo in parte il contraccolpo dell’affondo della Lega arrivato per mano del capogruppo alla Camera, Molinari, a dibattito ancora in corso. “L’Italia non approverà una risoluzione che dà a Meloni il mandato di approvare il ReArm Eu – ha detto il numero uno di Salvini a Montecitorio -. La risoluzione parlerà della proposta di Giorgetti all’Ecofin e parlerà della volontà dell’Italia con i propri tempi di aumentare la propria difesa in linea con gli impegni del paese con la Nato. È questo che oggi (ieri, ndr) la maggioranza dirà in Parlamento e ci aspettiamo che Meloni porti avanti questa posizione al Consiglio Europeo”. Che farà Meloni, anche alla luce dell’avviso recapitatole dalla Lega, lo vedremo nelle prossime ore. Per il resto, la premier può stare tranquilla: l’Europa non è quella di Spinelli da lei tanto vituperata. L’Ue è stata costruita sulla teoria economica neoliberista. Che di bolscevico non ha nulla.