Cosa succede alle banche Popolari italiane? Per decenni hanno rappresentato silenziosamente il credito sereno, lo sportello sotto casa che finanzia l’azienda di famiglia, distanti anni luce dai grandi fondi speculativi. Un pezzo d’Italia governato da regole interne così antiche da non poter essere venduto ai colossi internazionali. Arriva poi la riforma che abolisce queste regole ed ecco scatenarsi la tempesta. La Consob sospetta che qualcuno si sia arricchito investendo giusto prima che il Governo presentasse il suo progetto. E in effetti a far soldi è stato anche Il Fondo Algebris del finanziere Davide Serra, notoriamente vicino al premier Renzi. Contemporaneamente la Banca d’Italia commissaria la Popolare dell’Etruria, di cui è vicepresidente il papà del ministro Boschi, e i magistrati stringono il cerchio su Ubi Banca, altro istituto notoriamente “governato” dal Pontefice della finanza bianca, Giovanni Bazoli. Un caos così perfetto da far immaginare che dietro possano esserci due regie: una che spinge e una che frena una riforma su cui ballano potere e miliardi. Oltre a un pezzo pregiato di questo Paese – uno degli ultimi – che fa gola all’estero.
L'Editoriale