E ora tutti a ringraziare la magistratura. O a giurare di non averne mai dubitato. La Cassazione che ha rimesso politicamente in campo il Cavaliere ha cancellato anche agli occhi del centrodestra cinque anni di un processo sbagliato. Ma la decisione della Suprema Corte non è una vittoria della giustizia. Un Paese che può mettere in croce per anni un cittadino – sia questo il premier o un qualunque disgraziato – ha davvero poco da festeggiare. Se poi pensiamo al caso grottesco, all’innegabile accanimento, alle enormi spese che lo Stato ha sostenuto mentre altri procedimenti restavano fermi, allora è tutto il caso Ruby a dimostraci che in Italia c’è un problema giustizia, e di questo sistema siamo purtroppo costretti a dubitare. Il Presidente Mattarella rivolgendosi alle giovani toghe ha chiesto di interpretare correttamente il ruolo che lo Stato gli assegna: né protagonisti, né burocrati. Se vale per i giovani deve valere di più per gli anziani, dove però sul caso specifico Ruby nessuno ha fatto fin ora un passo indietro o a chiesto scusa. Il giorno che sarà introdotta la responsabilità civile per i giudici, gli interessati sapranno chi ringraziare.
L'Editoriale