A furia di farci bere fesserie, gran parte della stampa nazionale si è giocata da tempo ogni credibilità. Perciò non meraviglia se il giorno in cui l’Italia si ferma per uno sciopero generale, il giornale della Confindustria – Il Sole 24Ore – apre la prima pagina sostenendo l’esatto contrario della realtà, con la storiella che la Manovra di Draghi aiuta di più chi ha i redditi minimi. Una balla che però scompare di fronte alle smancerie riservate dall’Economist al nostro premier, che avrebbe preso in carico un’Italia allo sbando e ne ha fatto a livello globale “il Paese dell’anno”. Un bel complimento se non fosse che in tanti non ce ne siamo accorti, o – se preferite – che la proprietà di questo settimanale britannico è dell’ex Fiat, che in casa nostra ripete le stesse cose con Repubblica, La Stampa e un buon numero di altre testate, ben emulate da quotidiano e tv di tutti gli altri grandi editori.
Voci che evidentemente da sole non bastano per convincerci tutti su quanto è bravo Mario nostro da Palazzo Chigi. E allora ecco che arriva in soccorso un po’ di retorica internazionale. D’altra parte i padroni dei grandi giornali lo sanno che alla carta stampata di casa nostra non crede più nessuno, anche se continuano a tenersela stretta, pur di assicurarsi ciascuno una clava con cui bastonare chi disturba gli affari. Il prezzo da pagare è quello di perdere ogni anno fiumi di milioni (e di lettori). Cosi, sfidando il senso del ridicolo, possono raccontarci che tutto va bene. Anche se milioni di italiani scioperano e fanno la fame.