E per fortuna che Nicola Zingaretti era la migliore sponda dei 5 Stelle nel Pd. Dopo aver massacrato la Raggi sui rifiuti e sterilizzato il Movimento nel Lazio con due poltroncine da assessore, ieri il governatore ha girato un film meglio del fratello (Montalbano) inventandosi che l’accordo tra M5S e dem nato al tempo del governo giallorosso l’ha rotto Conte, e non Letta che rilasciò sulla sua scelta mille dichiarazioni, per non parlare del matrimonio fallito in poche ore con Calenda, suggellato dal più classico dei baci di Giuda.
Da politico navigato, tutta la vita a carico dei cittadini prima come presidente della Provincia di Roma, poi Europarlamentare, Presidente della Regione e ora deputato, Zingaretti ha fornito pure la prova della sua accusa, sostenendo che la Regione non ha mai autorizzato la costruzione dell’inceneritore laziale che portò alla crisi tra i 5 Stelle e Draghi, e alla seguente rottura col Pd.
Un alibi talmente perfetto da inchiodare il vero autore del misfatto, e cioè proprio Zingaretti, che in quasi dieci anni alla guida del Lazio non ha approvato nemmeno il piano dei rifiuti; altro che l’inceneritore! Così i dem spinsero il governo precedente a passare i poteri al sindaco di Roma, facendolo commissario sui rifiuti.
Dunque, Conte non ruppe proprio un bel niente, mentre la Regione non fece il suo dovere e ora Gualtieri (pappa e ciccia con Zingaretti) l’inceneritore proverà a farlo. E poi questi signori criticano Salvini quando si mette la felpa con viva il Nord o viva il Sud a seconda di dove va a farsi i selfie.