L'Editoriale

Scampagnate atlantiche

Non ha torto Trump: Meloni con lui è stata fantastica. Sovranista in patria e vassalla in trasferta. Lui, i leader, li vorrebbe tutti così.

Scampagnate atlantiche

Da due giorni c’è un nutrito mazzo di politici e giornalisti che si spremono per trovare risultati politici nella sequela di scampagnate del triangolo Meloni-Trump-Vance sull’asse Roma-Washington. La scena, osservata con la giusta distanza, è piuttosto messinscena, un melodramma fatto di pranzi, buffet, visite guidate, sorrisi larghissimi, messe in posa, complimenti da sit-com e nazionalpopulismo che sembra uscito dagli anni Ottanta.

Ieri Trump ha descritto Meloni come fantastica, Vance s’è detto emozionato di essere a Roma nei giorni di Pasqua perché ci tiene ai cristiani (americani, ha aggiunto). Sappiamo che Meloni, al contrario di Renzi, parla bene l’inglese. Abbiamo scoperto che l’accoglienza, sia a Roma che a Washington, è stata “a 5 stelle”. Abbiamo tutti i particolari dell’amichettismo rigoglioso tra la presidente italiana e presidente e vicepresidente Usa.

Se invece dovessimo incaponirci per sapere dei risultati politici concreti, quelli reali che incidono sulle vite dei cittadini e delle aziende azzoppate dalla psichedelia geopolitica e commerciale di Trump, possiamo fare affidamento su due sole fonti. La prima è la risposta di Trump a una giornalista che gli chiedeva se Meloni l’avesse spinto a rivedere la sua politica dei dazi: “No”, ha detto il presidente americano. E questo è tutto quello che c’è da dire sull’autorevolezza nella mediazione della nostra premier.

La seconda fonte è uno scarno comunicato congiunto diffuso dalla Casa Bianca. Lì si legge che, sulla Difesa, Meloni e Trump sono d’accordo nel negare un progetto europeo, preferendo spingere il riarmo sparso per comprarsi armi americane. Sulla tecnologia, Meloni è d’accordo con Trump nel boicottare la possibilità che l’Ue tassi le big tech americane per reagire ai dazi. Sull’energia, Meloni è d’accordo con Trump nell’aumentare la dipendenza europea nei confronti degli Stati Uniti. Sono d’accordo anche su un’Europa che dipenda, per la tecnologia dello spazio, da Musk.

Non ha torto Donald: Meloni con lui è stata fantastica. Sovranista in patria e vassalla in trasferta. Lui, i leader europei, li vorrebbe tutti così.