Cosa serve disperatamente a questo Paese? Le riforme. E perché in decenni non le abbiamo fatte? Perché la politica italiana è stata totalmente impegnata nella guerra tra fascisti e antifascisti e poi tra cattolici e comunisti. Caduto il muro di Berlino e resa possibile quell’alternanza di governo che la guerra fredda non consentiva, è stata la volta del referendum infinito su Berlusconi. Nello scontro permanente effettivo tra destra e sinistra non c’era tempo per cambiare il Paese. E così abbiamo perso treni importanti, abbiamo rinviato le riforme del mercato del lavoro e in generale di tutta la macchia amministrativa. Ora, da un’elezione fortemente divisiva, come quella imposta da Renzi a parte del Centrodestra, può nascere un’occasione inaspettata: Mattarella può fare infatti quel gesto che Napolitano rifiutò sempre, riabilitando in qualche modo il Cavaliere e mettendo così il punto a una guerra civile mai finita. Un conflitto strisciante dove il sangue di vincitori e vinti ha impedito alla nostra politica di dialogare, costringendola a dividersi su tutto. Dunque Mattarella ha in mano una carta che può fare la storia. Vedremo se avrà anche il coraggio di giocarla.
L'Editoriale