“Chi chiameresti se volessi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e un importante consigliere del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero che componi appartiene a Giorgia Meloni”. Ma se Musk fosse italiano avrebbe probabilmente altro a cui pensare. Per esempio a cercarsi un buon avvocato per difendersi dall’accusa di gestazione per altri, il reato universale introdotto proprio dal governo guidato, secondo Politico, dalla “persona più potente d’Europa”. Un titolo che avrà certamente fatto piacere alla premier e ai suoi colonnelli, perché “ha rafforzato l’immagine del primo ministro come un ‘alfa’ che parla dritto che, nonostante sia fisicamente minuscolo, riesce ancora a sormontare i suoi rivali”, si legge nell’articolo che cita al riguardo il celebre scontro con il governatore della Campania De Luca (che la definì una “str…”).
Musica per le orecchie di Giorgia. Se non fosse per il fatto che al suo potere in Europa corrisponda in Italia un lungo elenco di provvedimenti, messi in fila dallo stesso Politico, su cui c’è poco da festeggiare. “Il primo ministro usa abitualmente i tribunali per cercare di mettere a tacere i critici, presentando cause per diffamazione contro figure che vanno dal frontman della rockstar di Placebo Brian Molko – che l’ha definita “fascista” durante un concerto nel 2023 – a un insegnante che si riferiva a lei come una “neonazista” durante una discussione in classe (…) ha preso di mira i giudici italiani che hanno dichiarato illegali alcune delle politiche del suo governo (…) la sua coalizione ha approvato una legge che punisce le persone che hanno un bambino tramite maternità surrogata in qualsiasi parte del mondo con una pena massima di due anni di carcere e multe fino a un milione di euro”. Una vera e propria “erosione delle libertà civili” derubricata dagli altri leader Ue a “questione interna”. Premiando gli sforzi di Meloni “per convincere i vertici del blocco che è un partner di fiducia che li sosterrà sulle questioni chiave a cui tengono”. Una sorta di abiura, in sostanza, del verbo sovranista tutto Dio, Patria e famiglia. Chissà che ne pensano i suoi elettori.