Ci si è messa pure la Commissione europea a rovinare la festa a Giorgia Meloni. Perché se da un lato la premier continua a sbandierare ai quattro venti l’impennata del tasso di occupazione a livelli record come un successo del suo governo, dall’altro si guarda bene dal citare l’inarrestabile declino dei salari italiani certificato ormai da tutti i principali organismi di rilevamento. Una lunga lista alla quale si è aggiuno pure l’esecutivo Ue che ieri, nella proposta di “rapporto sull’occupazione nell’ambito del Pacchetto di autunno del semestre europeo”, ha definito “critica” la situazione del reddito familiare lordo disponibile pro capite in Italia. Un quadro avvilente tratteggiato in base ai dati Eurostat, che nel 2023 hanno confermato un’ulteriore diminuzione del reddito familiare lordo sceso al 94% del livello registrato nel 2008, rispetto ad una media Ue del 111,1. In altre parole, mentre negli ultimi quindici anni le retribuzioni sono scese in Italia del 6%, nel resto dei Paesi dell’Unione sono cresciuti dell’11%.
Insomma, un’ulteriore prova del fatto che, mentre il lavoro aumenta allo stesso tempo diventa sempre più povero. Ma non è tutto. Perché, nonostante il livello “record” del 66,3% raggiunto nel 2023, il tasso di occupazione è “ancora 9 punti percentuali sotto la media Ue”. Per non parlare del gap registrato “nel sud (52,5%) e nelle isole (51,5%)”, senza contare inoltre il divario di genere al 19,5%, più del doppio della media Ue, e praticamente inchiodato da dieci anni a questa parte. Numeri che rendono ancora più inspiegabile, se non come una presa di posizione basata su ragioni puramente ideologiche, l’avversione del governo anche solo a discutere qualsiasi ipotesi di salario minimo. Un argomento al quale, però, sembrano particolarmente sensibili i componenti dell’esecutivo quando gli stipendi in questione sono i loro. Come dimostra la vergognosa norma infilata nella Manovra e poi ritirata non senza aver, però, incrementato il plafond dei rimborsi spese per ministri e sottosegretari che non siano anche parlamentari. Chissà altrimenti come avrebbero fatto ad arrivare alla fine del mese.