Atreju, anno del Signore 2018: “L’Italia ora è il centro dell’universo della politica. Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono dei sovvertitori. Sono venuto qui per dirvi che non siete soli. Il vostro è l’esperimento più importante. Da qui può partire la rivoluzione… Non sono qui per dire agli italiani cosa devono fare. Voi lo sapete bene. Per questo a Bruxelles vi temono”. Parlava così, rivolgendosi ai due leader italiani – che paragonava a Donald Trump – l’ex stratega del neoeletto presidente Usa, Steve Bannon.
Che dopo sei anni – e quattro mesi di carcere per oltraggio alla corte nell’ambito dell’inchiesta sull’assalto a Capitol Hill – ha cambiato decisamente idea. “Trump dirà che vuole la pace in Ucraina. Non parlo per lui, ma è evidente che vuole porre fine a questa semi-ossessione di spingere la Nato quasi in territorio russo. Lui non l’appoggerà, ma lei (Giorgia Meloni, ndr) l’ha fatto, è stata al gioco. È piuttosto ovvio che aveva scommesso che Trump non sarebbe più tornato, si vede dalle sue politiche. La scommessa era sbagliata, non ha pagato”, ha detto Bannon al Corriere della Sera.
Insomma, quel bacio sulla fronte in mondovisione ricevuto da Biden rischia di costare a Giorgia l’ambito ruolo di ponte tra Stati Uniti ed Europa. “Abbiamo un modello, America First: riportare la sicurezza economica e lavorativa nel Paese – mette in chiaro Bannon -. Se volete un partner, ok, sennò ok uguale. Al movimento Maga (Make America Great Again, ndr) non serve un ponte, perché Le Pen, Farage e Orbán sono con noi. Raccomanderei a Meloni: sii ciò che eri quando Fratelli d’Italia era al 3%”.
Certo, Meloni può consolarsi con l’amico e padrone di X, Elon Musk, corso in suo soccorso, tuonando contro i magistrati del caso Albania: “Questi giudici devono andarsene”. Una sparata che non sorprende più di tanto: il possibile accordo tra Telespazio e SpaceX (di Musk) per la commercializzazione dei servizi Starlink in Italia, val bene una messa cantata in favore di Giorgia. Stupisce molto di più il silenzio di una premier sedicente patriota di fronte agli attacchi di un miliardario straniero al principio dell’autonomia della magistratura, scolpito nella Costituzione italiana sulla quale Meloni ha giurato. Ma evidentemente, chi tace acconsente.