di Gaetano Pedullà
Brutti segni all’orizzonte. Se non vogliamo credere che il povero Stefano Cucchi sia morto di raffreddore, dobbiamo arrenderci all’evidenza: la nostra giustizia fa acqua da tutte le parti. E a confermarlo – insieme alla sentenza che assolve tutti gli imputati per il decesso del giovane dopo l’arresto – proprio ieri sono arrivate altre due decisioni che sconcertano. La prima è la prescrizione per la casa di Scajola pagata a sua insaputa. La seconda è la condanna all’ex amministratore del MontePaschi, Giuseppe Mussari, quando però la banca è ormai bella che andata, purtroppo insieme ai risparmi di chi ci aveva investito sopra. Con una Giustizia così – inefficace, iniqua e tardiva – è naturale che i cittadini perdano fiducia nel Diritto e nel senso stesso della Legge. Volessimo consolarci con la politica, che da anni fa a pugni con la magistratura per riformare il sistema, dobbiamo constatare che se Atene piange Sparta non ride. Il governo della rottamazione e della promessa solenne di premiare il merito ieri ha fatto spazio a un ministro degli esteri che all’estero è molto se c’è andato qualche volta in vacanza. Con questi segni non meravigliamoci se poi la gente non crede più in niente.