L'Editoriale

Maledetta stampa

Sul fronte interno il governo guidato da Giorgia Meloni ha dichiarato guerra alla stampa considerata ostile.

Maledetta stampa

Avete sentito per caso le risposte nel merito della presidente del Consiglio alle critiche mosse dalla Commissione europea e ai rilievi del rapporto scritto dalla federazione dei giornalisti europei? Pensateci bene, escludete il piagnisteo di Giorgia Meloni e il gnegneismo dei suoi compagni di maggioranza. Di risposte nel merito non ne è arrivata nessuna.  

Per l’ennesima volta la premier ha deciso di puntare sulla confusione condita un pizzico di vittimismo e una grattugiata di poteri forti ostili. Ad avanzare la tesi che si tratti di una vera e propria strategia politica descritta “nel mattinale a uso e consumo dei comunicatori e dei parlamentari di FdI, scritto quotidianamente con la supervisione del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari” è il giornalista Emanuele Lauria su Repubblica. Il giornalista racconta di un’azione coordinata tra parlamentari di Fratelli d’Italia e giornali di destra. 

Accusare gli accusatori quando possibile e irrigidire ancora di più il proprio rapporto illiberale con la stampa considerata nemica: ecco il piano. In questo disegno si inserirebbe anche l’esclusione dei giornalisti italiani alla conferenza stampa di Meloni al vertice con Xi. Perfino i cinesi si sono stupiti dell’assenza. E pensare che da quelle parti hanno lo stomaco forte, a proposito di libertà di stampa. 

Sul fronte interno il governo ha dichiarato guerra alla stampa. Non finisce mai bene perché i potenti passano ma i giornalisti restano. Sul fronte internazionale Meloni ormai è un’Orbàn all’amatriciana e se ne accorgerà quando sarà il momento delle nomine dei commissari europei.