L'Editoriale

Maestri della propaganda

Maestri della propaganda

Un ministro (Fitto) prossimo al trasloco in Europa. Un altro (Santanchè) a rischio processo. E un terzo (Sangiuliano) nell’occhio del ciclone per l’ennesima gaffe sulla consigliera fantasma al dicastero di Viale Trastevere (ieri su Rete4 Meloni ha minimizzato assicurando che non ha percepito compensi). Un incastro da incubo sullo scacchiere di Palazzo Chigi che evoca, nel peggiore degli scenari, un rimpasto di governo difficilmente evitabile se tutte e tre le pedine dovessero saltare. Le destre per ora fanno spallucce. Con il solito metodo: la tecnica del silenzio e dei toni bassi per tenere i riflettori il più lontano possibile dai problemi, non solo di poltrone, all’interno della maggioranza.

Dalle nomine Rai ancora in alto mare alla coperta sempre più corta di una Manovra ancora tutta da decifrare che ha messo l’esecutivo spalle al muro dinanzi al conto delle promesse elettorali sempre più difficili da mantenere. E che potrebbe segnare l’inizio della fine della luna di miele tra le destre e il proprio elettorato a quasi due anni dall’inizio della legislatura. Nel frattempo le veline di Palazzo Chigi continuano a dipingere un quadro tutto rosa e fiori. Camuffando la realtà con l’interpretazione creativa, e magari pure con qualche omissione, dei dati economici (come raccontiamo alle pagine 2 e 3). Picasso diceva che “l’arte è fatta di menzogne che dicono la verità”. Ma in quella della politica le menzogne della propaganda servono, più che altro, a nasconderla.