Ricapitoliamo. Hanno abolito l’abuso d’ufficio – siamo l’unico Paese in Europa ad averlo fatto – sostenendo che fosse un reato troppo sfumato. Così, per superare la paura dei sindaci di firmare atti che li avrebbero potuti inguaiare – quando basterebbe evitare quelli illegittimi – hanno lasciato migliaia di cittadini sprovvisti dell’unica tutela contro gli abusi del potere. Poi in nome della presunzione di innocenza, hanno imposto il bavaglio ai cronisti giudiziari impedendo la pubblicazione letterale delle ordinanze cautelari, ricostruibili solo per riassunto. Così se nella sintesi il giornalista sbaglia la querela è assicurata. E chi se ne importa se la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati soccombono di fronte all’interesse del politico indagato di tenere nascoste le sue magagne.
Intanto, con una ventina tra condoni e sanatorie fiscali dall’inizio della legislatura, continuano ad ammiccare agli evasori mentre spacciano due spicci in più in busta paga per taglio delle tasse a chi paga fino all’ultimo centesimo sui redditi regolarmente dichiarati. Per ripristinare i vitalizi d’oro agli ex senatori, aumentare i rimborsi ai ministri e sottosegretari non parlamentari, invece, la coperta non è mai troppo corta. Procede spedita anche la riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati. Che secondo il ministro Nordio non mette in discussione l’indipendenza delle toghe. Ma dovrebbe spiegarlo al capogruppo di FdI al Senato, Malan, che pochi giorni fa è arrivato a mettere in discussione (prima della retromarcia di rito) perfino l’obbligatorietà dell’azione penale. Cioè il potenziale traguardo finale di una riforma che rischia di essere l’anticamera del guinzaglio del governo ai pubblici ministeri.
Ma non finisce qui. L’ultimo affondo arriva con una doppietta firmata Forza Italia. Che propone l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per processare la magistratura e il ripristino della vecchia immunità parlamentare, abolita nel 1993 sull’onda di Mani Pulite, per tornare all’autorizzazione a procedere – oggi richiesta solo per arrestare, intercettare e perquisire gli eletti del popolo – per indagare deputati e senatori. E poi il problema sarebbero le toghe, mica il partito dell’impunità che spopola in Parlamento!