Per mesi hanno preso clamorosamente per i fondelli gli italiani, dicendo che Giuseppe Conte affamava i ristoratori e si accaniva sulle palestre, ammazzava i cinema e seppelliva i centri commerciali, dove non c’era nessun rischio ad aprire in sicurezza. Poi arrivati al governo con la complicità dei renziani che cosa fanno Lega e Forza Italia? Confermano insieme a Mario Draghi le stesse chiusure di prima, e nelle zone rosse le aumentano pure.
Una totale ammissione delle stupidaggini che dicevano prima o del voltafaccia di adesso, fate voi. D’altra parte parliamo delle stesse forze politiche che a inizio della pandemia contestavano persino l’uso delle mascherine, sostenevano i presidenti di Regione che volevano deroghe ai Dpcm sugli orari di ristoranti e bar (Calabria, poi bocciata dal Tar), aprire le discoteche (Sardegna), le piste da sci (Liguria e Lombardia), spostarsi tra i Comuni (Italia Viva), andare a cena quando e dove ci pare (opinionisti assortiti da talk show televisivi a tendenza sovranista, cioè quasi tutti).
Da allora non è passato troppo tempo e per quanto la memoria degli italiani faccia spesso concorrenza a quella dei pesci rossi non è possibile che sia solo io a ricordare i telegiornali con le decisioni del Consiglio dei ministri e poi a seguire i fiumi di interviste a commercianti imbufaliti e imprenditori in attesa di ristori, con seguito di improperi contro chi ordinava le restrizioni, come se ci fosse chissà quale gusto sadico nel fermare il Paese.
Proteste di cui adesso non c’è più traccia, e non perché Draghi abbia sfornato il primo dei suoi attesissimi miracoli, ma perché adesso giornali e tv non devono più disturbare il manovratore, e se proprio serve qualcuno su cui sparare ecco che si ricicla qualunque pretesto, tipo Arcuri e il lavoro della sua struttura commissariale, purché sia buono per attaccare ancora Conte e la principale forza politica della maggioranza che lo sosteneva: i Cinque Stelle. Non sia mai che gli italiani si ricordino di quanto hanno gestito bene la pandemia e quante bugie dicevano, invece, quelli che l’hanno fatto cascare.