Dopo le armi e gli aiuti economici per miliardi di euro, adesso in Europa si comincia a parlare di truppe di terra da inviare in Ucraina. La trovata è del presidente francese Macron, a cui la Meloni ha appena copiato l’accordo per fornire assistenza militare a Kiev nei prossimi dieci anni. È già deciso, insomma, che la guerra a Mosca deve continuare a lungo, e allargarsi con lo scontro degli eserciti. Uno scenario apocalittico anche se Putin rinuncerà ad utilizzare il suo arsenale atomico.
Ora non è chiaro perché l’Eliseo abbia alzato così tanto il tiro senza consultarsi con nessuno, o perlomeno così pare viste le smentite di Nato e Washington, ma è un fatto che sul fronte occidentale non si parli più di diplomazia, mentre ogni giorno c’è una gara tra chi mette più benzina sul fuoco. Un gioco dove nessuno batte Biden, arrivato ieri a premere sul Congresso per sbloccare l’ennesimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, malgrado l’America sia talmente in bolletta da rischiare lo shutdown, cioè il blocco delle attività amministrative. Il messaggio è chiaro: dobbiamo svenarci, ma non deve esserci alternativa al conflitto.
Per questo serve che più voci chiedano un cambio di passo. No ai soldati, No a nuove armi, No ad aiuti che finanziano la morte. E No a lasciare solo il Papa, Conte, la sinistra, qualche intellettuale e le associazioni umanitarie ad opporsi a un orrore senza fine, mentre il resto della politica e della società civile fa finta di niente o è complice.